Secondo un’analisi dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico, dal 2015 al 2021 la presenza maschile è aumentata di quasi il 28% a fronte del 3,2% di quella femminile. Oggi gli uomini sono il 15% dei lavoratori del settore, con oltre 40 mila badanti maschi.
Il lavoro domestico non è più una “questione” femminile. Una recente indagine condotta dall’Osservatorio Domina sul lavoro domestico su dati Inps dimostra infatti che a trainare la crescita del numero di lavoratori domestici degli ultimi anni è stata soprattutto la componente maschile.
Oggi gli uomini impiegati nel lavoro domestico sono quasi 150 mila, pari al 15% del totale” spiega il Segretario Generale di Domina, Lorenzo Gasparrini. “Si tratta di una componente molto dinamica, cresciuta di quasi il 30% negli ultimi sei anni”. “Dinamiche importanti – aggiunge -, che danno prova dell’Italia che cambia. E a cui anche le politiche per la famiglia, e per la non autosufficienza, dovrebbero adeguarsi”. Vediamo nel dettaglio come sta cambiando il lavoro domestico.
Dal 2015 al 2021 i lavoratori domestici sono cresciuti del 27,9%, le lavoratrici del 3,2%
Nel 2021 – spiega il report -, il numero di lavoratori domestici in Italia è arrivato a 961.358 unità. Di queste, la maggior parte (circa 800mila) restano lavoratrici, ma c’è una nuova e spiccata tendenza alla crescita soprattutto degli uomini che scelgono di dedicarsi alla cura della casa e della famiglia. Dal 2015, infatti, a fronte di una crescita complessiva del lavoro domestico del 6,3%, i lavoratori del settore sono cresciuti di più di 55mila unità, ovvero una percentuale pari al 27,9%, a fronte di un aumento delle lavoratrici del 3,2%, pari a poco meno di 25mila operatrici domestiche in più.
Fra i nuovi badanti, uno su due è uomo
In particolare, l’Osservatorio Domina osserva un incremento significativo dei badanti: negli ultimi 6 anni quasi uno su due è uomo (+47,7%), passando da 28mila a 41mila lavoratori in più nel settore, per un totale di oltre 144mila operatori. Mentre le badanti crescono del 14,7% superando le 400mila lavoratrici. Dunque, aumenta anche l’incidenza complessiva della componente maschile sul lavoro domestico: se fino al 2019 gli uomini rappresentavano meno del 12% del totale, con la pandemia la percentuale ha superato il 13% nel 2020 e si colloca al di sopra del 15% nel 2021.
Le colf sono l’unica sotto-categoria in calo
In calo fino al 2019, tornano a crescere con la pandemia gli addetti alla cura della casa. Gli uomini superano le 100mila unità (+21,6%), le donne le 400mila ma è interessante notare che le colf sono in calo: in percentuale, infatti, dal 2015 al 2021 sono diminuite del 6,3%.
Asia e Africa le regioni di provenienza della maggior parte di badanti e colf uomini
Guardando alla provenienza geografica, tra le donne il 40,2% è dell’Est Europa e il 32,3% dell’Italia, ma se il primo gruppo è in calo del 16,5% il secondo è invece in aumento del 28,6%. Tuttavia, l’incremento più importante è quello del gruppo asiatico (escluse le Filippine), pari al 52,6% fra le badanti e colf. Proprio dall’Asia orientale proviene anche il gruppo più numeroso tra gli uomini, pari al 30,4% del totale. Considerando anche le Filippine, l’Asia rappresenta oltre il 40% dei lavoratori domestici uomini. Segue la componente africana, pari al 20,5% tra gli uomini e solo al 4,9% tra le donne; è quella che è cresciuta di più in 6 anni per la componente maschile (+51,5%). I dati – sottolinea l’Osservatorio Domina – includono buona parte dei lavoratori regolarizzati con la Sanatoria 2020.
Uno sguardo all’interno della Penisola
Mediamente, sul territorio nazionale le donne rappresentano l’84,9% del lavoro domestico. In sette regioni la percentuale femminile supera addirittura il 90%, con il picco massimo in Valle d’Aosta (93,4%). Invece, in due regioni del Sud, Campania e Sicilia, la componente maschile supera il 20%.
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