Anche chi vive in città, negli ultimi anni, ha riscoperto il valore di dedicarsi alla cura di un piccolo orto. I benefici sono molteplici: a partire dall’impiego del proprio tempo in un’attività salutare fino al portare in tavola prodotti freschi e genuini.
Già lo scorso anno, uno studio della Coldiretti sugli “italiani nell’orto al tempo del Covid”, aveva messo in luce che il 45% della popolazione trascorre una parte del proprio tempo libero nella coltivazione di verdure e ortaggi, ma anche fiori e piante ornamentali, in giardino o in terrazza. Ad oggi sono diverse le ricerche condotte in particolare sugli orti urbani. L’Università della Pennsylvania, ad esempio, ha studiato la situazione a Chicago e nelle aree limitrofe, dimostrando che questi piccoli appezzamenti autogestiti aiutano in modo concreto il sistema produttivo. Rendono, infatti, quasi autonoma dal punto di vista alimentare una parte della comunità cittadina, oltre a migliorare la biodiversità e la gestione delle acque piovane.
Orti urbani: sempre più diffusi
Il più grande orto urbano del mondo si trova a Parigi e si estende su una superficie di 14 mila metri quadri. Anche nel nostro paese, però, il fenomeno sta attirando l’interesse di molti, senza distinzioni di età. Nei capoluoghi italiani è stato raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadrati di terreno di proprietà comunale, divisi in piccoli appezzamenti destinati alla coltivazione a uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo.
I benefici degli orti urbani
Gestire un piccolo appezzamento rappresenta un modo per mantenersi in attività e attivare nuovi contatti sociali, soprattutto per i senior, anche perché molto spesso le associazioni che coordinano gli orti urbani organizzano corsi di formazione a tema. Chi decide di occuparsi di un terreno da coltivare deve sapere che occorre un impegno costante di almeno 4 o 5 giorni alla settimana, ma si può scegliere di dividere il compito con altri familiari, a seconda del tempo a disposizione e delle lavorazioni da effettuare. In media, per il fabbisogno di una famiglia di quattro persone, sono sufficienti circa 100 metri quadrati.
L’orto come terapia
La cura dell’orto può anche essere inclusa fra le terapie non farmacologiche che restituiscono benessere psicofisico nei casi di demenza e Alzheimer, perché aiutano a mantenere l’autonomia personale e stimolano l’attività cognitiva e la capacità di pianificare le proprie azioni. Questa attività agisce anche sul cosiddetto disturbo da ambiente chiuso, che si presenta quando per motivi di cura, sicurezza o instabilità motoria, si è costretti a trascorrere molto tempo in luoghi con pochi spazi aperti.
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