Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, alle 3:00, tornerà l’ora solare e sposteremo gli orologi indietro di un’ora.
Negli ultimi tempi, questo sistema – che alterna 5 mesi di ora solare a 7 di ora legale – è stato particolarmente dibattuto. A partire dall’impatto sui consumi elettrici e di gas che ha portato a ipotizzare di mantenere tutto l’anno l’ora legale. In proposito era stata anche lanciata una petizione per chiedere l’abolizione dell’ora solare, che sulla piattaforma Change.org ha raggiunto oltre 240 mila firme. In merito, però, non sono state prese decisioni ufficiali. Per questo si arriva alla data del cambio come negli anni passati, in attesa del ritorno dell’ora legale a marzo 2023.
Il risparmio
Uno studio realizzato da Conflavoro Pmi ha messo in luce che l’abolizione dell’ora solare consentirebbe un risparmio di 2,7 miliardi di euro all’anno. Secondo le stime di Terna, società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, mantenere l’ora legale consentirebbe un minor consumo di energia pari a 420 milioni di kilowattora, pari al fabbisogno medio annuo di 150 mila famiglie.
Il parere dell’Europa
Nel febbraio 2018 il Parlamento Ue ha chiesto alla Commissione di valutare la direttiva sull’ora legale e presentare, se ritenuto necessario, una proposta di revisione. Così, quest’ultima ha indetto una consultazione pubblica tra il 4 luglio e il 16 agosto dello stesso anno. Ha ricevuto 4,6 milioni di risposte da tutti i 28 Stati membri che per l’84% sono a favore dell’abolizione del passaggio dall’ora legale all’ora solare.
A seguito della valutazione, la Commissione ha presentato la proposta, poi sostenuta dal Parlamento con la Risoluzione legislativa approvata con 410 voti a favore (192 contrari e 51 astensioni) della fine del cambio di orario stagionale. Rimane però la facoltà per i singoli paesi di decidere in autonomia a partire dalla fine del 2021 e la situazione si è cristallizzata anche a causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia.
La storia del cambio dell’ora
Ma la storia del cambio dell’ora parte da molto lontano. La “leggenda”, infatti, lega il cambio dell’ora al nome di Benjamin Franklin, scienziato e padre fondatore degli Stati Uniti. Nel 1784, mentre Franklin era a Parigi come ambasciatore, scrisse al quotidiano Journal de Paris per prendere in giro le presunte abitudini dei francesi, che definì “poco mattinieri”. Nella lettera avrebbe suggerito di trovare qualche espediente per costringere i parigini ad alzarsi più presto e andare a dormire prima la sera, sprecando di conseguenza meno candele. L’intento era ironico e non si faceva comunque menzione all’opportunità di ricalibrare gli orologi in funzione della luce del sole.
Il vero ideatore del cambio dell’ora è stato poi il neozelandese George Vernon Hudson che nel 1895 propose di spostare in avanti di due ore gli orologi per beneficiare della luce solare durante la bella stagione. L’idea non ebbe subito fortuna. Eppure, un paio di decenni dopo ispirò il costruttore britannico Willian Willett a proporre qualcosa di analogo alla Camera dei Comuni del Regno Unito. Così nel 1916 nacque il cosiddetto British summer time, che sanciva la nascita dell’ora legale, presto adottata anche da altri paesi, come l’Italia, per risparmiare energia nel corso della Prima Guerra Mondiale.
L’introduzione del cambio dell’ora in Italia
In Italia, il Decreto legislativo 631 del 25 maggio 1916 introdusse il cambio dell’ora, in vigore fino al 1920. L’alternanza tra ora solare e legale tornò poi durante la Seconda Guerra Mondiale e venne nuovamente messa da parte nel 1948. Solo nel 1965 divenne legge, applicata dall’anno successivo.
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