Quando pensate che l’ansia e l’angoscia si siano divorate i migliori anni della vostra vista, forse non siete così lontani dalla realtà. È una sensazione comune che ha un fondamento scientifico. Numerose ricerche hanno ormai riconosciuto che depressione, ansietà e disordini della psiche possono contribuire a ridurre le aspettative di vita.
I problemi ci accorciano la vita (e le cellule)
Nell’affrontare un periodo difficile, spesso si può avvertire l’impressione che le fatiche a cui siamo sottoposti ci stiano chiedendo anni di vita.
A tal proposito il dottor Kristoffer Månsson, psicologo del Karolinska Institute in Svezia, ha pubblicato qualche tempo fa su Translational Psychiatry uno studio sul tema. È arrivato così a suggerire anche di più nella sua indagine. Secondo Månsson infatti la psicoterapia non è solo in grado di abbassare i livelli di ansia, ma può aiutare persino ad arginare la senescenza.
Secondo la teoria della senescenza replicativa, le cellule hanno una durata limitata nel tempo. Ad un tratto cessano di moltiplicarsi e il corpo inizia a manifestare segni di decadimento. A determinare il lasso vitale delle cellule sono i telomeri. In parole povere, si tratta di “guaine” che proteggono i cromosomi, la cui efficacia però si riduce dopo ogni replicazione cellulare.
Molti studi hanno già ampiamente dimostrato come lo stress accorci i telomeri. Månsson però ha voluto percorrere la strada in senso opposto rispondendo alla seguente domanda: se lo stress accorcia la vita, un aumento del benessere psicologico è in grado di proteggere l’enzima telomerasi? E, di conseguenza, può alterare la velocità di invecchiamento?
Una buona psicoterapia altera la velocità di invecchiamento?
Per provare la sua tesi – cioè se una buona psicoterapia può rallentare l’invecchiamento – Månsson ha raccolto ed esaminato a distanza di nove settimane due campioni di sangue raccolti da 46 pazienti con disturbo d’ansia sociale. Li ha quindi sottoposti a nove settimane di cure cognitivo-comportamentali online. Dopo questo periodo ha eseguito nuovi test ematici.
Se i dati dei primi due prelievi erano quasi identici, il terzo ha mostrato un risultato interessante: il glutatione perossidasi, enzima antiossidante che contrasta il logorio dei telomeri da parte dei radicali liberi, era aumentato. Inoltre, negli stessi pazienti che avevano ricevuto maggiori benefici dal trattamento psicologico, si riscontrava una crescita di telomerasi.
Una scoperta ancora tutta da dimostrare
Sebbene i risultati siano davvero interessanti, la ricerca non ha fornito ancora dati determinanti e dovrà essere replicata. Tuttavia, ci fa comprendere come i cambiamenti comportamentali possano influenzare la salute a livello molecolare. La psichiatria è molto divisa tra psicologia e biologia, ma questo studio pone le basi per collegare fra loro due campi, dimostrando sempre più un solido legame tra mente e corpo.
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