L’ora legale consente di risparmiare energia ma il nostro orologio biologico è regolato dall’ora solare. Dopo aver conquistato le istituzioni europee e, complice la crisi energetica, l’opinione pubblica, il dibattito sui cambi d’ora stagionali coinvolge – e divide – anche gli scienziati.
Il 29 ottobre, alle 3:00, le lancette dei nostri orologi torneranno indietro alle 2:00 dando così il benvenuto all’ora solare. Dormiremo un’ora in più, perderemo un’ora di luce il pomeriggio per guadagnarla di mattina. Un passaggio, quello dall’ora solare all’ora legale e viceversa, che di consueto avviene due volte all’anno. L’ora legale è infatti la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio la luce del sole durante il periodo estivo. Ovvero risparmiare energia allungando le ore di luce naturale a disposizione nel tardo pomeriggio. L’ora legale ha inizio l’ultima domenica di marzo e finisce l’ultima domenica di ottobre, quando torna l’ora solare.
L’Europa ha già abolito i cambi d’ora stagionali
Questo passaggio, secondo l’Unione Europea, avrebbe dovuto interrompersi nel 2021. A seguito di una consultazione pubblica, già nel 2018 la Commissione Europea aveva proposto di porre fine ai cambi d’ora stagionali, cui nel 2019 aveva fatto seguito l’approvazione di una risoluzione legislativa da parte del Parlamento europeo a sostegno della fine dei passaggi d’orario stagionali a partire, appunto, da marzo 2021.
Il dibattito ora legale/ora solare ha interessato maggiormente i paesi del Nord Europa, poiché per la loro posizione geografica non beneficiano di più luce con il cambio dell’ora. Ma adesso, nella ricerca spasmodica di soluzioni che possano consentirci di risparmiare energia nella prossima stagione invernale, il tema prende piede anche in Italia. Tanto da spingere il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ad intervenire sull’argomento nel corso di un’intervista rilasciata a Radio24, per affermare che al momento interrompere i cambi d’ora stagionali non è una soluzione considerata molto efficace ma potrebbe essere presa in considerazione qualora la situazione peggiorasse.
Anche negli Stati Uniti, a marzo scorso, ha trovato appoggio bipartisan la proposta di legge federale “Sunshine Protection Act” per introdurre l’ora legale permanente. Eppure, fra gli scienziati non c’è consenso unanime sui benefici che deriverebbero dall’abolire l’alternanza ora legale/ora solare. Ecco perché.
La medicina ambientale: dall’ora legale permanente 1 mld di euro di risparmi in 2 anni
Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), passare definitivamente all’ora legale “consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare al giorno e determinerebbe in Italia risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”. Inoltre, ci sarebbe un taglio delle emissioni climalteranti per un totale di 200.000 tonnellate di CO2 all’anno. Dunque, la Società propone di “istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare – spiega Alessandro Miani, presidente Sima e professore aggregato di Prevenzione Ambientale all’Università Statale di Milano -, per contrastare il caro-energia e consentire a famiglie e imprese risparmi sulle bollette di luce e gas”.
“Prima dell’impennata dei prezzi del gas, Terna (società di reti per la trasmissione di energia elettrica, ndr.) ha quantificato in 420 milioni di kilowattora l’energia elettrica risparmiata nei 7 mesi del 2022 in cui è in vigore l’ora legale – aggiunge Miani -, con un minor consumo di elettricità in 15 anni pari in Italia a 10 miliardi di kilowattora, per un totale di 1,8 miliardi di euro risparmiati grazie all’ora legale. È per questo che chiediamo al governo Draghi di prendere immediatamente questa decisione”.
Gli endocrinologi: con l’ora legale possibile aumento di diabete, obesità, attacchi cardiaci
Tuttavia, passare per sempre all’ora legale potrebbe avere ripercussioni negative sulla salute. A sostenerlo è la Società Italiana di Endocrinologia (Sie). “L’ora legale permanente può essere poco ‘in sincrono’ con l’orologio biologico e rivelarsi perciò deleteria, accrescendo fino al 20% il pericolo di conseguenze negative sul metabolismo e il sistema cardiovascolare” osserva Annamaria Colao, presidente Sie e professore ordinario di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli.
“Rivalutando studi condotti mettendo a confronto persone che vivono all’estremità Est e a quella Ovest di uno stesso fuso orario, ci si è accorti che chi vive a ridosso del fuso più occidentale, e quindi è in una situazione più simile a quella che si avrebbe con l’introduzione dell’ora legale permanente, in media dorme di meno” spiega Colao. “Tutto ciò si traduce, oltre che in un calo del 3% della produttività, in una probabilità dell’11% più alta di essere in sovrappeso e del 21% in più di andare incontro a obesità e diabete”. Anche il rischio di attacchi cardiaci sale del 19%, mentre quello di tumore al seno del 5%.
“Questi dati suggeriscono che qualcosa di analogo accadrebbe anche rendendo permanente l’ora legale nel nostro Paese” sottolinea la presidente Sie. “Infatti, le serate più luminose, dal canto loro, sarebbero meno ‘affini’ all’orologio biologico umano che alla sera ha bisogno del buio per produrre melatonina e per un riposo adeguato. E’ possibile che abbia addirittura più benefici per la salute rendere permanente l’ora solare, che almeno sulla carta sembra più in sincrono con il nostro orologio biologico. Di certo però è giunto il momento di interrogarsi sull’opportunità di scegliere un orario fisso per tutto l’anno”.
© Riproduzione riservata