Qualcuno lo chiama già “Bonus Nonni”. Si tratta di una delle misure messe in campo dal Governo per aiutare le famiglie durante questa pandemia da Covid. Ora anche nonni e parenti potranno incassare quello che è più propriamente definito “Bonus baby sitter”.
Bonus baby sitter: via libera anche ai nonni, una risorsa unica
Se infatti ad occuparsi dei bambini sono i nonni, mentre i genitori lavorano, allora hanno tutto il diritto di ricevere il contributo di 1.200 euro destinato alle famiglie con bambini fino a 12 anni (se disabili il limite non sussiste). Una misura, quindi, molto utile se si considera che, secondo l’Istat, il 60,4% delle coppie lavoratrici lascia proprio a loro i figli sotto i 2 anni. Una percentuale che sale al 61,3% quando i bambini hanno tra i 3 e i 5 anni.
I chiarimenti da parte dell’Inps
Dopo le prime esitazioni, a chiarire la novità, è stata proprio l’Inps con la Circolare nr. 73 del 17 giugno. Ha stabilito che i nonni possono beneficiarne con una domanda inviata dal genitore entro e non oltre il prossimo 31 luglio.
Il percorso da fare sul sito Inps è il seguente: “Prestazioni e servizi” > “Tutti i servizi” > “Domande per Prestazioni a sostegno del reddito” > “Bonus servizi di baby sitting”).
Come fare domanda
Mamme o papà che intendano fare domanda di contributo devono registrarsi sulla piattaforma delle prestazioni occasionali dell’Inps e compilare il form dedicato (la registrazione devono farla anche i nonni). Attenzione, però: per accedere al sito dell’Ente di Previdenza occorrono le credenziali Inps. Oppure bisogna impiegare lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, o in alternativa la CIE, cioè la Carta d’Identità Elettronica.
L’indennità può essere richiesta anche avvalendosi dei servizi gratuiti degli Enti di Patronato.
Nonni sì, purché non conviventi
«Su conforme parere ministeriale – si legge nella Circolare – si chiarisce la non applicabilità del principio di carattere generale della presunzione di gratuità delle prestazioni di lavoro rese in ambito familiare salvo si tratti di familiari conviventi con il richiedente e, ovviamente, di soggetti titolari della responsabilità genitoriale (genitore, anche se non convivente, separato o divorziato). In caso di convivenza, pertanto, i familiari – prosegue la circolare – sono esclusi dal novero dei soggetti ammessi a svolgere prestazioni di lavoro come baby-sitting remunerate mediante il bonus».
Ecco esteso dunque il beneficio a nonni (ma anche zii e parenti), a patto che “non vivano” nello stesso nucleo familiare: non siano perciò conviventi.
Il bonus sale per alcuni nuclei
La novità è inoltre che l’aiuto – raddoppiato dai 600 euro inizialmente stanziati -, aumenta a 2.000 per il personale sanitario e i dipendenti dei comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, impegnati a far fronte all’emergenza Covid.
Libretto di famiglia
La procedura prevede l’utilizzo del cosiddetto Libretto di famiglia. È uno strumento creato dall’Inps per compensare prestazioni occasionali legate a lavori domestici e assistenza domiciliare a minori e anziani. Su questo libretto saranno dunque versati gli euro di contributo da destinare al beneficiario della somma. Il libretto, inoltre, è nominativo e ogni ora di lavoro prevede un compenso fissato in 10 euro (di cui 8 al lavoratore e 2 di contributi).
Smartworking e diritto al bonus
Il bonus include anche chi – genitore – sia in smartworking, ma esclude le famiglie in cui uno dei genitori sia in congedo Covid o percepisca la Naspi, in quanto disoccupato. Lo stesso nel caso in cui percepisca altri sostegni al reddito. Ok invece al bonus se la mamma è in maternità o uno dei due genitori è in congedo parentale o ferie.
Chi invece ha già beneficiato dei 15 giorni di permesso dal lavoro per accudire i figli in questa fase Covid, potrà richiedere solo metà del bonus. Importo che invece non può essere richiesto se la famiglia ha già ottenuto più di 15 giorni: potrà allora solo utilizzare il periodo di congedo rimanente.
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