Alluvioni, ondate di calore, uragani: 1,2 miliardi di persone sono minacciate dal rischio climatico. L’importanza di uno sviluppo economico adeguato
Il report Rising to the Challenge pubblicato dalla Banca Mondiale evidenzia l’aumento del cambiamento climatico e del suo impatto sulla popolazione mondiale. I paesi e le comunità devono adattarsi a un tasso di riscaldamento terrestre senza precedenti che ha già portato a ondate di calore, tempeste e inondazioni da record. La Banca Mondiale avverte che “la minaccia climatica mette ad alto rischio circa un quinto della popolazione del pianeta”. E che la stima dei costi finanziari della crisi “arriva fino a 2.800 miliardi di dollari in due decenni”. Del resto le politiche fin qui messe in atto per contenere le emissioni nocive secondo l’Accordo di Parigi non hanno dato i frutti sperati. La soglia di sicurezza indicata nell’Accordo di 1,5°è già stata superata e 1,2 miliardi di persone nel mondo sono ormai “altamente vulnerabili”.
Il ruolo chiave dello sviluppo economico
Basti pensare a regioni come l’Africa Sub-sahariana e l’Asia meridionale, dove ai redditi bassi si affianca la mancanza di servizi e infrastrutture adeguate. “Povertà, diseguaglianza e instabilità economica”, scrive la Banca Mondiale, impediscono di anticipare i rischi e investire in adattamento e resilienza. Aumentando le diseguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri. Il beneficio dallo sviluppo economico è evidente nell’evoluzione del numero di persone ad alto rischio per i pericoli legati al clima, che si è dimezzato nel giro di un decennio, passando dal 36 al 18 % della popolazione mondiale tra il 2010 e il 2021. Basterebbe aumentare del 10% il Pil pro capite, raccomanda la Banca Mondiale, per ridurre di 100 milioni il numero dei più vulnerabili.
Le buone pratiche nel mondo
La buona notizia è che investimenti pubblici e privati già messi in atto si dimostrano capaci di migliorare le situazioni di rischio legate al cambiamento climatico. Il Rapporto segnala il caso dell’India, dove grazie un’efficace campagna di comunicazione ha impedito almeno 2.000 decessi per il calore. Gli agricoltori del Bangladesh, grazie ad un sistema di previsioni metereologiche, hanno ridotto del 75% le perdite per il maltempo. In Albania i privati stanno investendo in soluzioni basate a basso impatto ambientale. In Brasile il programma First Water Cisterns protegge i più poveri dal rischio siccità.
Le raccomandazioni della Banca Mondiale
Oggi, dunque, non mancano gli esempi di buone pratiche per contrastare il cambiamento climatico ma la Banca Mondiale raccomanda ai paesi di agire su un doppio binario: proseguire nell’abbattimento dei gas serra come stabilito a Parigi, e contemporaneamente investire nella resilienza e nella preparazione. In particolare, bisogna garantire che lo sviluppo urbano avvenga in aree sicure per proteggere le persone dalle alluvioni. Costruire infrastrutture sostenibili in grado di affrontare i rischi climatici attuali e futuri, tenendo conto che ogni dollaro speso restituisce benefici pari a quattro. Un investimento necessario anche per interventi specifici di ristrutturazione degli edifici, rendendoli più salubri, più confortevoli e più efficienti dal punto di vista energetico.
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