Gianmarco Olivieri. Dopo il Diploma di Geometra, ho frequentato prima la facoltà di Ingegneria a Pisa, per poi passare a Giurisprudenza. Ha esercitato la Libera Professione di Geometra, proseguita dal 2014 con Consulenza Tecnico Immobiliare. Da alcuni anni ha cercato di sviluppare, con la scrittura, alcune idee trasformate in racconti e poesie. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Lucca.
Oggi, in compagnia della mia amica malinconia, mentre passeggiavo un po’ claudicante a causa di un rigore calciato male al mio nipotino, ho incontrato una dolcissima biondina dai capelli ricci e gli occhioni verdi che, dalla sua carrozzina, mi sorrideva.
Così, ricambiandole il sereno saluto, mentre la sua mamma si intratteneva con dei conoscenti, le ho chiesto: «Sono sicuro di averti già conosciuto, ma non ricordo dove e quando. Come ti chiami?».
Lei, riuscendo ad isolare entrambi dalla realtà circostante in una sorta di incantesimo, ha risposto: «Mi chiamo Felìcia e ci conosciamo da molto tempo. Ti ricordi – ha proseguito – quando facevamo la gara con le carrozzine spinte in velocità dai nostri babbi in alcuni momenti della loro serena follia? Quella era pura gioia per tutti!».
«Adesso sì!», ho risposto, «Ricordo perfettamente anche del premio, un gelato che si adagiava nei disegni dei nostri vestitini!».
Ma poi le ho chiesto: «E dopo… cosa è successo?».
Sicura di sé, mi ha spiegato che come nel mio piccolo quadro della “Trappola della vita” del 1983, che aveva intercettato con la mente, nelle tre successive fasi della vita la pura Gioia è stata sostituita dalla Felicità controllata da un altro sentimento, che indisturbato e come un inseparabile Avatar ci segue in filigrana: la Tristezza.
Eh sì, ho pensato, purtroppo già nell’adolescenza, ma soprattutto nella maturità e nell’anzianità, questo sibillino sentimento sfrutta ogni occasione per combattere la positività e inoculare nella mente il suo virus avverso! Si spinge addirittura in alcuni accenni di depressione, che si manifesta con effusioni di incontrollata esaltazione, contrapposte a silenzi profondi.
Nel salutarci l’ho ringraziata molto per questo inaspettato incontro nel felice ricordo della Felicità vissuta, e lei mi ha voluto lasciare una sorpresa molto gradita.
«D’ora in poi, ha detto, non ci potremo più incontrare, ma, quando nel tuo vecchio specchio vedrai riflesso quel malefico Avatar, pensa profondamente ad un giorno della tua vita vissuto in autentica
Felicità, che potrai rivivere ancora solo un’altra volta, ma ricorda che alla mezzanotte tutto svanirà. Scegli tu quando vorrai approfittarne». E così mi ha salutato.
Dopo poco tempo, all’alba di un luminoso mattino, mi sono immerso di nuovo nel sogno di materializzarmi nel corpo di una donna, per provare tutte le intime emozioni della gravidanza.
L’intesa dell’amore condiviso con il mio socio paritetico collaboratore nella ricerca della creazione di una nuova vita, l’immensa felicità nella scoperta dell’embrione, l’ascolto dei battiti del piccolo cuore, i calci, gli esercizi di quell’esserino nella pancia scambiata per una palestra, la meravigliosa trasformazione del mio corpo, i lancinanti dolori anticipatori, leniti solo in parte dalla stretta del braccio del mio compagno, poi presto dimenticati, e le comuni lacrime degli sguardi di incontenibile gioia e soddisfazione, per aver realizzato i propri desideri.
Il tutto come incommensurabile e spettacolare dono della nascita.
Purtroppo, anche se vissuto solo per un giorno, come in un formato Zip, i cui file sono molto compressi, ti sarò sempre infinitamente grato per il ricordo.
Grazie Felìcia!