Correva l’anno 1960, era il 12 agosto quando, ad Olimpia, si compii il rituale tradizionale dell’accensione del Sacro Fuoco, rito che sanciva l’inizio dei Giochi Olimpici.
Il Sacro Fuoco verso l’Italia
Alle ore 20.30 del 18 agosto il Fuoco, trasportato dalla nave militare Amerigo Vespucci, raggiungeva Siracusa. Sbarcò nei pressi della Fonte Aretusa, e da lì iniziò la sua corsa via terra: destinazione Roma capitale.
1.532 i chilometri e 1199 frazioni, ognuna di circa un chilometro e mezzo, componevano l’itinerario. I tedofori avrebbero dovuto percorrere ogni tappa in cinque minuti e trenta secondi. Eccezion fatta per le frazioni in salita: qui, nello stesso tempo di corsa, bisognava correre per un chilometro in pendenza.
Il reclutamento dei tedofori fu un’operazione abbastanza complessa, che vide la collaborazione tra Società Sportive e Forze Armate. Si selezionarono giovani tra il 18 e i 23 anni d’età, di qualsiasi condizione sociale. Gli atleti prescelti facevano parte delle società sportive, dei gruppi scolastici e delle quindici Province interessate al passaggio della Staffetta.
La selezione comportò riunioni su pista e su strada. Ci fu particolare attenzione nella scelta dei tedofori impegnati nelle frazioni in città. L’imponente macchina organizzativa funzionò alla perfezione: tutte le frazioni vennero percorse nei tempi indicati. La fiaccola arrivò al Campidoglio alle ore 21 del 24 agosto, sostò per poi procedere all’accensione, all’indomani, nello stadio Olimpico.
Ore 17 del 25 agosto: le Olimpiadi di Roma poteva avere inizio
Fu l’Olimpiade organizzata nell’Italia del boom economico. Quella della vittoria di Livio Berruti nei 200 m e di Abele Bikila che, a piedi nudi, tagliò per primo il traguardo della maratona, percorrendo la distanza di 42,195 chilometri.
Ma la prima impresa spetta a loro: a quei 1911 giovani che riuscirono a tenere acceso il fuoco olimpico, passandolo di fiaccola a fiaccola, attraversando lo stivale. I loro nomi si trovano nel “Rapporto Ufficiale della XVII Olimpiade”, due volumi bellissimi, rilegati in blu, con oltre duemila pagine di informazioni relative all’organizzazione dell’evento e ai risultati sportivi. I volumi sono disponibili, in versione digitale, sul sito del CONI.
Un’amicizia olimpica, nata in spiaggia
Oggi quei tedofori sono ottantenni, alcuni non ci sono più, altri ripenseranno a quell’evento con una lieve nostalgia. A noi fa piacere rendere loro omaggio rievocandone le gesta. E per farlo ci facciamo aiutare con una storia nella storia:
Agosto 2000: sulla spiaggia di Lavinio, nel litorale romano, due coppie over 50, Aniello e Maria, e Camillo e Rita, fanno amicizia. Iniziano a condividere lunghe passeggiate sul bagnasciuga. Tra una chiacchiera e l’altra, scoprono di aver qualcosa in comune: sia Aniello che Camillo hanno portato la fiaccola olimpica. Entrambi nella tappa di Caserta, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro. Nasce una bellissima amicizia, che si consolida nel corso degli anni.
Agosto 2020: in una sera d’estate i due tedofori incalliti, con le loro rispettive famiglie, si riuniscono per rievocare le gesta di quella notte. Brindano, tutti insieme, a quei ragazzi che, nell’agosto del 1960, riuscirono nell’impresa di passarsi il fuoco olimpico.
(ha collaborato Antonio Cerreto)
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