Torna anche quest’anno, il 31 maggio, la Giornata Mondiale senza Tabacco, iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni alla salute collegati al consumo di nicotina. Secondo i dati diffusi dall’Oms, infatti, ogni anno circa 8 milioni di persone in tutto il mondo muoiono a causa del consumo di tabacco. Di queste, 1.2 milioni sono non fumatori, vittime del fumo passivo. Il fumo diventa così, la più grave causa di morte “evitabile” della nostra società.
La situazione in Italia: dalla 70.000 alle 83.000 morti l’anno
Anche l’Italia non scherza. Secondo il Rapporto 2018 sulla prevenzione e il controllo del tabagismo sono attribuibili al fumo dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.
Il consumo di tabacco costituisce uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. E gli effetti negativi sulla salute causati del fumo si incrementano, poi, con il crescere dell’età. Le principali cause di mortalità correlate al fumo negli ultra 60enni, ad esempio, sono il tumore del polmone e la broncopneumopatia cronica.
L’abitudine al fumo tra gli anziani secondo l’Istituto Superiore di Sanità
Ma quanti sono e chi sono i fumatori più anziani nel nostro Paese? I dati di Passi d’Argento, portale dell’Istituto Superiore di Sanità che monitora la popolazione italiana over 64, fotografano una scarsa attitudine della Terza Età al fumo. Risulta che la maggioranza degli ultra 64enni non fuma (63%) o ha smesso di fumare da oltre un anno (27%). Anche se una persona su 10 è ancora fumatore (10%).
Con l’avanzare dell’età diventa più difficile intercettare in vita chi mantiene questa abitudine o chi, avendola avuta, l’ha abbandonata. Tuttavia, dalla classe di età 65-74 anni a quella over 85 la quota di fumatori scende dal 14% al 3%, mentre gli ex fumatori passano dal 30% al 21%. Al contrario, è maggiore la probabilità di intercettare in vita persone che non hanno mai fumato (i non fumatori sono il 56% degli intervistati fra i 65-74 anni e il 77% fra quelli con 85 anni o più).
Il fumo di sigaretta è più frequente fra gli uomini (13% vs 7% nelle donne) e nelle classi economicamente più svantaggiate (13% fra coloro che hanno molte difficoltà economiche vs 9% di chi non ne ha). L’istruzione gioca un ruolo importante. Infatti, la prevalenza di fumatori fra gli ultra 64enni laureati è doppia (14%) rispetto alla quota di fumatori fra i meno istruiti (7% fra coloro che hanno al più la licenza elementare). La quota di ex-fumatori, poi, è significativamente maggiore fra le persone più istruite (37% fra chi ha conseguito ha un diploma o una laurea vs 22% fra chi ha al più la licenza elementare).
Il fumo e l’aspettativa di vita: quanto incide la sigaretta
Uno studio condotto da ricercatori inglesi e presentato dall’European Society of Cardiology ci rivela che l’aspettativa di vita diminuisce in media di 4 anni tra gli over 70 consumatori di tabacco. Secondo il dottor Jonathan Emberson dell’Università di Oxford, che ha diretto la ricerca, buona parte dei fumatori muore prima dei 70 anni: «Se abbandoniamo il vizio a 60 anni, 50, 40 o 30 – ha affermato – ci possiamo “regalare” 3, 6, 9 o 10 anni di vita».
Ma dallo studio emerge anche che l’aspettativa di vita per i settantenni è di 18 anni per chi non ha mai fumato in modo regolare, di 16 per chi ha smesso prima dei 70 anni e di 14 per chi invece continua. Il che significa che smettere di fumare fa bene ad ogni età.
L’allerta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: il rapporto tra fumo e Covid-19
Infine, un’ultima osservazione di attualità. Secondo quanto riporta l’Oms chi fuma ha maggiori probabilità di essere più vulnerabile al Covid-19. Infatti, “fumare significa avere le dita e le sigarette a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus alla bocca”. Senza contare che “i fumatori possono avere una malattia polmonare e dunque una ridotta capacità polmonare, il che aumenta notevolmente il rischio di malattie gravi”.
Se si ha intenzione di smettere di fumare, dunque, questo è un ottimo momento per farlo.
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