L’emergenza sanitaria da Coronavirus sta facendo emergere un’Europa sempre più divisa sul fronte delle cure e dell’approccio alle fasce d’età.
Partiamo dalla Spagna. Come riporta El Mundo, la Catalogna intenderebbe limitare gli accessi negli ospedali di pazienti con scarse possibilità di sopravvivenza.
In questa direzione vanno le ultime istruzioni fornite dalla Generalitat, le istituzioni governative della comunità autonoma, agli operatori delle ambulanze. Direttive, in pratica, su come giustificare alle famiglie il rifiuto del ricovero di un anziano.
In un protocollo indirizzato al Servizio medico di emergenza e pubblicato sul famoso quotidiano spagnolo, si suggerisce di “non riferirsi al fatto che non ci sono letti per tutti come motivo per negare cure intensive” e di spiegare che “la morte a casa, al momento, è la migliore opzione con cure palliative”.
Il diritto alle cure negato in Olanda, ma non in Italia
Sembra analogo l’indirizzo in Olanda. Lo ha dichiarato Frits Rosendaal, epidemiologo dell’ospedale di Leida.
Le raccomandazioni appena pubblicate in risposta all’emergenza Coronavirus da quattro geriatri olandesi – Bianca Buurman, Olde Rikkert, Huub Maas, Simon Mooijaart – sollecitano gli operatori sanitari ad informarsi sulla “vulnerabilità” dei pazienti, specie se anziani, valutando bene se il ricovero in terapia intensiva sia un’opzione realistica. Meglio “sondare le preferenze del paziente” con domande tipo: «Come valuta la propria salute, dove vuole morire?».
È un’Europa assai divisa, qui, tra Nord e Sud. Rispetto all’Olanda, il professor Rosendaal ha sottolineato che, nel Bel Paese, oltre al fatto che il Coronavirus circolasse prima delle misure di contenimento, sono stati gestiti diversamente i posti di terapia intensiva.
In Italia, ha osservato, «ricoverano persone che noi in Olanda non ricovereremmo perché troppo anziane. Gli anziani godono di una considerazione molto diversa nella cultura italiana».
Van der Spoel, vicedirettore della terapia intensiva all’Ospedale di Amsterdam, si è spinto a dare una delimitazione geografica a queste “differenze culturali”.
Interpellato dal quotidiano Volkskrant, ha affermato che «ci sono grandi differenze tra noi e Paesi come la Francia e l’Italia». Nei Paesi Bassi «di solito si riflette molto di più se sia un beneficio per il paziente un così lungo apporto di ventilazione».
Al contrario, ha proseguito, «più vai a Sud, più diventa poco negoziabile interrompere questo trattamento che allunga inutilmente la vita. È così già in Francia», figurarsi in Italia. Nella Penisola, infatti, «l’età media dei pazienti in terapia intensiva è molto più alta che qui».
Le posizioni in Francia e quelle in Italia
Proprio in Francia Le Monde ha pubblicato un Manifesto firmato da un collettivo di intellettuali e scienziati della Fondation Partage et Vie, tra cui Pascal Bruckner, Roger-Pol Droit e Claudine Tiercelin.
Oltralpe sembra che l’Europa sia meno divisa. Nel documento si sottolinea che tutte le vite meritano di essere salvate, anche in questo momento di pandemia. Ma soprattutto si ricorda “il principio etico del diritto alla vita di ogni essere umano” insieme alla necessità di “combattere questa insidiosa barbarie che ci porta a immaginare che il più vecchio sia quasi da sacrificare. Lascia che sia ogni anziano, nel suo cuore e liberamente, a prendere la decisione di dare la priorità al più giovane! Ma se lo Stato o la Società lo fanno in sua vece diventa una prospettiva insopportabile”.
La posizione italiana può essere riassunta dalle parole che il presidente Mattarella ha usato nella lettera al presidente della Repubblica tedesca Frank-Walter Steinmeier, rispondendo alla solidarietà manifestataci per l’epidemia.
Mattarella ha scritto: “Qui, in numerosi territori, con tante vittime, viene decimata la generazione più anziana, composta da persone che costituiscono per i più giovani punto di riferimento non soltanto negli affetti ma anche nella vita quotidiana”.
Concetto ribadito pochi giorni dopo anche nel suo messaggio agli italiani diffuso in seguito al secondo provvedimento di emergenza del Governo.
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