Da Firenze alla Sicilia, da Bologna a Milano, il rapporto annuale di Uber sugli oggetti smarriti ci fa conoscere quali sono le città più “smemorate” d’Italia. E le cose più facilmente dimenticate
«Passo una quantità imbarazzante di tempo a cercare il telefono, la bottiglia d’acqua e le chiavi. La nostra memoria non è necessariamente progettata per ricordare dove abbiamo messo oggetti quotidiani di questo genere». Lo scrivono le psicologhe americane Althea Need Kaminske e Megan Sumeracki nel volume The Psychology Of Memory. «Un certo grado di dimenticanza è fisiologico, per consentire al cervello di ricordare informazioni più generali: la memoria non funziona come un dispositivo di registrazione, ma più come una pagina di Wikipedia, in cui i dettagli possono essere modificati.»
Prendersi cura della memoria
Detto questo rimane l’importanza fondamentale della memoria nella nostra vita di tutti i giorni e la necessità di tutelarla. Sia evitando le pratiche che ne peggiorano il funzionamento, come il consumo eccessivo di alcol o la privazione di sonno, sia cercando di potenziarla con semplici accorgimenti, tipo il ripetere a voce chiara un nome o un evento da ricordare oppure l’utilizzare uno schema o un’associazione per richiamare informazioni complesse.
Il rapporto annuale di Uber sugli oggetti smarriti
La dimenticanza è una pratica diffusa, non crucciamocene più di tanto. The 2024 Uber Lost And Found Index, il rapporto steso annualmente dalla società di economia collaborativa che si occupa di trasporto di persone in alternativa al servizio taxi, ci ricorda quello che scordiamo di ritirare dai loro veicoli dopo essere stati condotti a destinazione. Guidano la classifica i capi di abbigliamento – chi non ha mai dimenticato un maglione o un giubbotto? -, le borse e gli zaini, i portafogli e le borsette, cui si sommano i dispositivi di protezione, mascherine e guanti, ancora in uso lo scorso anno in periodo di post-covid. Seguono gli oggetti più piccoli: dagli orologi ai gioielli, dai trucchi agli ombrelli, dagli occhiali alle cuffiette, dai libri alle sigarette elettroniche, ai cibi più svariati, fino ai “preziosi” telefonini, occhiali e computer.
Più uniche che rare invece le distrazioni di chi ha lasciato sulla vettura Uber un parrucchino oppure le manette da poliziotto, una pagaia oppure una tartaruga viva, dei cristalli da meditazione oppure parte della recinzione da giardino (ovviamente nel bagagliaio).
Le città più “smemorate”
Se le città più “smemorate” del mondo sono Miami, Los Angeles e Atlanta, è interessante la classifica di quelle italiane. In testa c’è Firenze, seguita a pari merito dalle siciliane Catania e Palermo. Poi, nell’ordine, Bologna, Milano, Roma, Venezia e Torino. Infine attenzione agli oggetti di colore rosso, sono i più dimenticati, e al 21 gennaio, specie tra le 21 e le 22, poiché sono il giorno e l’orario in cui si verificano il maggior numero di “amnesie”.
Un ultimo consiglio per evitarle? La parola ancora a Kaminske e Sumeracki: «Le tecniche visive e uditive possono aiutare chiunque ad allenare la memoria.» Per farlo al meglio, «le persone devono ricorrere alla pratica deliberata, non solo a quella regolare. La differenza è che la pratica deliberata implica un’attenzione intenzionale e determinata, mentre la pratica regolare implica solo la ripetizione.»
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