In Italia chi ha avuto un tumore rischia di essere discriminato in molti campi, dalla richiesta di un mutuo o di un prestito, all’adozione di un figlio.
Per questo la Fondazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica) ha lanciato la campagna “Io non sono il mio tumore”. Una raccolta firme per chiedere una normativa sul tema dell’oblio oncologico, ossia per avere la possibilità di non dover più dichiarare, dopo un certo numero di anni, di aver avuto la malattia per poter accedere a servizi finanziari, assicurativi o di altro genere.
Il disegno di legge sull’oblio oncologico
Il Cnel (il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ha presentato un disegno di legge per il quale gli ex malati non avranno più l’obbligo di dichiarare la patologia trascorsi 10 anni dalla fine dei trattamenti. Ne basteranno cinque se il tumore si è presentato ed è stato curato in età pediatrica. In attesa dell’approvazione della legge, esistono associazioni alle quali rivolgersi per chiedere informazioni sulla tutela dei propri diritti. Ad esempio, F.A.V.O. (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia), Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) con il servizio legale Sos (che risponde al numero 800998877) e Aimac (Associazione italiana malati di cancro) che ha pubblicato diversi libri sul tema e risponde alle richieste dei pazienti.
I numeri
In Italia sono circa 3,6 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore. Di queste, il 27% può essere considerato guarito, ma continua a subire discriminazioni a causa della malattia. Negli ultimi due anni il diritto all’oblio oncologico è un tema affrontato anche in Francia, Lussemburgo, Olanda e Portogallo, che si sono attivati per garantire agli ex pazienti gli stessi diritti degli altri cittadini.
Riabilitazione oncologica
Come spiega Aiom, la riabilitazione oncologica in Italia è di fatto un diritto negato. Una parte delle persone guarite da un tumore convive con disabilità più o meno gravi che impediscono il ritorno a una vita produttiva e costringono a ricorrere al sostegno previdenziale.
A questo proposito Aiom, insieme alla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, ha prodotto un documento di consenso per migliorare la qualità degli interventi e consentire una migliore qualità di vita ai malati di tumore e alle persone guarite, attraverso l’accesso gratuito alla riabilitazione oncologica, che consente di facilitare il ritorno alla normalità.
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