Una regolare attività fisica, come nuotare, è da sempre alla base del benessere. Recenti studi dimostrerebbero, inoltre, come la pratica di questa disciplina possa trasformarsi in un elisir di lunga vita.
Nelle giornate estive nulla è più piacevole di un tuffo in mare o in piscina. Nuotare tonifica il corpo, mentre galleggiare rilassa la mente e la svuota dai pensieri negativi. Anche per questo il nuoto è una delle attività fisiche più antiche. Le prime testimonianze risalgono a 7.000 anni fa e sono state rinvenute in Egitto, nella cosiddetta Caverna dei Nuotatori, sulle cui pareti sono incise figure umane che praticano attività natatoria. Dalle fonti storiche sappiamo che il nuoto ebbe poi grande importanza sia presso i Greci sia presso i Romani. Il filosofo Platone sosteneva che dovesse essere parte essenziale dell’educazione.
Ancora oggi è considerata una delle attività sportive più complete per mantenersi in salute, senza alcun limite di età. È infatti raccomandata ai bambini per favorirne lo sviluppo armonico, agli adulti per mantenere l’efficienza dell’apparato motorio e agli anziani per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e contrastare l’artrosi. Ma non è tutto. Negli ultimi tempi la ricerca ha individuato un vero e proprio legame tra nuoto e longevità.
» Nuotare allunga la vita
Secondo uno studio condotto dalla South California University (USA), chi sceglie di praticare il nuoto ha un rischio di morte addirittura inferiore al 50% rispetto a chi predilige la corsa e la camminata o a chi non pratica alcuno sport. La ricerca – durata 32 anni – è stata condotta su 40.000 individui tra i 20 e i 90 anni, tutti praticanti attività sportive differenti.
Il nuoto è dunque una disciplina utile a migliorare sia la forma fisica sia il benessere dell’organismo. Trattandosi di uno sport a basso impatto, inoltre, presenta il vantaggio di non affaticare le articolazioni inferiori tanto intensamente quanto correre e camminare ed è indicato per chi soffre di problemi di mobilità o altri disturbi cronici – come l’artrite – che possono influire sulle capacità di svolgere esercizio. L’acqua, infatti, riduce la pressione sul corpo sostenendone il peso e ammortizzando gli urti.
Ciò non vuol dire che negli “anta” si debba smettere di correre o camminare. Studi come quello californiano, però, forniscono una motivazione in più a chi è già amante dell’acqua o a chi pensa che non sia mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo.
» I vantaggi dopo gli “anta”
Gli effetti terapeutici dell’acqua e del nuoto sulle persone anziane sono dunque molteplici, come confermano molti studi. L’ultimo è della Harvard Medicine School, secondo il quale nuotare regolarmente per almeno 30-45 minuti favorisce l’aumento della frequenza cardiaca e migliora la salute del cuore, riducendo il rischio di infarto e ictus. Inoltre, dopo pochi minuti dall’ingresso in acqua si riduce la pressione arteriosa, mentre la temperatura circostante e la posizione, prona o supina, favoriscono la circolazione del sangue mediante la vasodilatazione periferica. Grazie alla spinta di galleggiamento, infine, l’acqua rende possibili anche ampi movimenti delle estremità, particolarmente benefici per contrastare gli effetti dell’artrosi.
Ma c’è un altro buon motivo per praticare il nuoto nella terza età ed è collegato alla diminuzione della funzionalità della muscolatura, un fenomeno noto come sarcopenia. Il problema non è di poco conto, riguarda il 5-13% delle persone tra i 60 e i 70 anni raggiungendo l’11-50% degli over 80. Per contrastarlo si consiglia di svolgere attività fisiche cosiddette di “resistenza”, in grado cioè di rinforzare la muscolatura. Esattamente come il nuoto, basato proprio sul contrasto della forza esercitata dall’acqua.
» Salute e divertimento
Nuotare, però, non è solo impegno e fatica, ma anche un modo per rimanere in salute divertendosi. Programmi di nuoto soft per anziani che prevedono lezioni di gruppo offrono nuove opportunità di incontro e socializzazione, con prevedibili risvolti positivi sull’umore.
Praticare esercizi aerobici come il nuoto aiuta a migliorare il sonno – e dunque la qualità della vita – anche quando non si è più giovanissimi. Essendo infatti un esercizio impegnativo per i muscoli, produce in chi lo pratica un fisiologico senso di stanchezza, favorito dalla naturale rilassatezza indotta dal contatto con l’acqua.
» Sentiamo il medico
In conclusione, il nuoto si può considerare uno sport adatto (quasi) a tutti. Prima di iniziare, però, è sempre utile sottoporsi ad un controllo medico, specialmente in presenza di malattie cardiovascolari o respiratorie. Così come è importante evitare il “fai da te”, valutando al meglio le modalità di allenamento più adeguate, senza correre rischi. Tenendo presente, ad esempio, che in caso di mal di schiena, problemi alle anche o di ernia del disco, è preferibile evitare lo stile rana. In gruppo o da soli, per la riabilitazione o il fitness, nuotare fa bene. L’importante è farlo sotto la guida di istruttori qualificati e in sicurezza.
A 100 anni, 50 metri in 56 secondi
«Il nuoto è l’unica attività a cui l’essere umano può dedicarsi senza gravità. In acqua possiamo usare tutti i muscoli del corpo senza quel peso extra che incombe su di noi». Con queste parole l’atleta George Corones ha siglato la sua vittoria ai Campionati Masters di Nuoto australiani del 2018, quando – a 100 anni di età – ha percorso i 50 metri stile libero in 56,12 secondi, diventando il primo centenario al mondo a nuotare la specialità sotto il minuto in vasca lunga.
George Corones ha iniziato a nuotare all’età di 80 anni ed è fermamente convinto che la sua longevità sia dovuta all’esercizio psicofisico derivato dal nuoto.
© Riproduzione riservata