Nessuna sorpresa per “Oppenheimer”, giunto alla notte degli Oscar con 13 nomination, che ha trionfato portando a casa ben sette statuette: miglior film, migliore attore protagonista Cillian Murphy, non protagonista Robert Downey Jr, miglior regista Christopher Nolan, montaggio, fotografia e colonna sonora originale.
Trionfo di Oppenheimer alla notte degli Oscar. L’altro film favorito, Poor Things di Yorgos Lanthimos, remake della saga di Frankenstein, ha conquistato invece quattro premi su 11 candidature: miglior attrice protagonista Emma Stone, production design, make up e costumi. Io Capitano di Matteo Garrone, unico film italiano in concorso, viene invece battuto da La zona di interesse di Jonathan Glazer, miglior film internazionale.
“Oppenheimer”, un successo annunciato
Alla sua prima statuetta da regista, nonostante la direzione di film di spessore come Memento, Il Cavaliere oscuro e The prestige, Nolan ha raccontato Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica, una figura controversa che in tre ore di pellicola viene restituita nelle diverse fasi della vita: dall’approccio alla fisica da giovane studente fino all’inchiesta che lo coinvolse negli anni Cinquanta. “Una figura che merita di essere raccontata e che ha modellato il mondo in cui viviamo, nel bene o nel male”, aveva dichiarato Nolan quando il film era uscito nelle sale.
“Poor Things”, il trionfo di Emma Stone
Al secondo Oscar dopo La La Land, Emma Stone è la miglior attrice protagonista per Poor Things, dove interpreta Bella Baxter, la “creatura” del dottor Godwin Baxter, un pionieristico chirurgo vittoriano che ha fatto di lei il suo esperimento.
La Stone batte l’altra favorita Lily Gladstone di Killers of the Flower Moon di Martin Scorzese, che avrebbe potuto essere la prima nativa americana a vincere l’Academy Award, in una delle dieci nomination del film che ha interpretato.
“Anatomia di una caduta”, migliore sceneggiatura
L’Oscar per la migliore sceneggiatura originale è andato ad Anatomia di una caduta, titolo originale Anatomie d’une chute, scritto da Justine Triet e dal marito Arthur Herari. “Un film che mi ha aiutato a superare una crisi di mezza età”, ha commentato Triet dal palco. Il film, che narra lal storia di una donna sospettata dell’omicidio del marito, aveva ricevuto cinque nomination (sceneggiatura, miglior film, migliore regia, miglior attrice protagonista e montaggio).
“La zona di interesse”, miglior film internazionale
Il riconoscimento come miglior film internazionale (e anche come migliore colonna sonora) è andato a La zona di interesse, di Jonathan Glazer, che racconta la banalità del male attraverso la storia di una famiglia borghese che vive fuori città, in una situazione apparentemente normale se non fosse che a pochi passi dalla sua tenuta si trova il campo di sterminio di Auschwitz.
Nella sezione era in concorso l’unico film italiano di questa 96esima edizione degli Academy Award, Io Capitano di Matteo Garrone, la storia del viaggio di Seydou e Mussa dal Senegal all’Italia, attraverso il deserto, le torture dei centri di detenzione libici, la traversata nel Mediterraneo.
I grandi sconfitti
Nonostante le dieci nomination, Killers of the Flower Moon di Martin Scorzese non si è aggiudicato nessuna statuetta, nonostante il tema di grande impatto del film, che affronta lo sradicamento dei nativi americani, e la storia del genocidio degli Osage durante la corsa al petrolio in Oklaoma negli anni Venti.
Il secondo “sconfitto” è Maestro di Bradley Cooper, con sette nomination e nessun Oscar, la vera storia di Leonard Bernstein.
Infine Barbie, con otto candidature conquista solo una statuetta; quella per la migliore canzone originale What was I made for? di Billie Eilish.
La guerra in Ucraina nel miglior documentario
Dopo le pellicole più premiate, ecco arrivare nella notte degli Oscar 20 days in Mariupol di Mstyslav Chernov che ha vinto come miglior documentario, portando la guerra in Ucraina sul palco del Dolby Theatre, con una testimonianza in presa diretta degli ultimi giorni di assedio prima della caduta della città nelle mani delle forze russe.
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