Il supporto dei nonni nei confronti dei nipoti, sia dal punto di vista affettivo che economico, è ormai risaputo. Il sostegno economico però non è solo una libera scelta. In specifici casi infatti può rappresentare anche un dovere. E lo diventa quando i genitori non hanno i mezzi sufficienti per mantenere i figli. A stabilirlo l’art. 316 bis del Codice Civile, nonché diverse sentenze. L’ultima è giunta proprio in questi giorni, dopo una lunga disputa.
L’ultima sentenza della Suprema Corte
I protagonisti di questa storia sono un nonno paterno, due genitori separati e un nipote, tra l’altro, bisognoso di cure.
La vicenda ha avuto il suo epilogo in Corte di Cassazione (Cassazione-Civile-14.07.2020-n.-14951) che ha ribadito quanto già sentenziato dalla Corte di Appello di Perugia: il nonno era tenuto in questo caso al pagamento di 130 euro mensili per contribuire al mantenimento del nipote.
Le motivazioni del ricorso del nonno erano dovute al fatto che la madre non aveva dato prova di trovarsi in uno stato di bisogno, né di non poter incrementare il proprio reddito anche per supplire all’incapacità economica del padre.
Nella decisione di respingere il ricorso nel nonno paterno, la Corte di Cassazione ha ribadito il principio secondo cui «spetta primariamente ed integralmente ai genitori provvedere al mantenimento del figlio, sicché se uno dei due non può o non vuole provvedervi, l’altro deve far fronte per intero alle esigenze della prole, salva la possibilità di convenire in giudizio il genitore inadempiente per ottenere un contributo proporzionale alle condizioni economiche di costui».
La Suprema Corte ha poi aggiunto che subordinato e sussidiario all’obbligo dei genitori è l’obbligo dei nonni a provvedere al mantenimento del nipote, quando a fronte dell’inadempimento di uno dei genitori, l’altro non sia in grado di mantenere interamente la prole.
Nel caso specifico è risultato provato che la situazione economica della madre non era sufficiente a soddisfare le necessità del figlio, malato e bisognoso di cure riabilitative, tenendo anche conto del contributo economico fornito dai nonni materni con i quali la donna convive. Inoltre, la Suprema Corte ha tenuto conto del fatto che il padre non ha mai versato alcun mantenimento per il figlio come documentato dalla madre.
Un caso precedente, ma dal verdetto opposto
Le casistiche, però, possono essere diverse. Tra le più recenti, un altro pronunciamento della Corte di Cassazione (Sez. VI n. 10419 del 2 maggio 2018). La vicenda riguarda una donna, madre di due figli, con stipendio di 700 euro mensili, che chiama in causa i nonni paterni per alimenti pari a un assegno di 700 euro mensili (art. 433 c.c. ). Il tribunale di Lamezia Terme accoglie la domanda condannando i nonni a corrispondere 300 euro mensili in favore dei due nipoti. Ma la Corte d’Appello di Catanzaro annulla la sentenza in quanto i nonni non potevano far fronte agli alimenti a causa di una pensione insufficiente (1.500 euro mensili). Inoltre, la madre è giudicata in grado di mantenere i figli, avendo una casa di proprietà e con ancora una capacità lavorativa da incrementare.
Non solo doveri…
I nonni non hanno solo doveri, ma anche diritti. E sono quelli di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni. Se l’esercizio di tale diritto viene impedito, possono ricorrere al giudice affinché siano adottati i provvedimenti più idonei nell’esclusivo interesse del minore. Lo dice l’art. 317 bis, del Codice Civile. È sempre bene ricordarlo.
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