È il momento delle Nonne “alla pari”, donne over 50 energiche e alla ricerca di un lavoro all’estero in cambio di vitto e alloggio.
Ogni anno l’Au Pair è un’esperienza lavorativa all’estero che interessa migliaia di ragazze tra i 17 e i 30 anni. Da qualche tempo esiste anche in versione silver. L’idea è nata nel 2010 dalla mente di Michaela Hansen, una laurea in sociologia e criminologia, impiegata in un’agenzia di pubbliche relazioni.
Sposata giovanissima, il primo figlio a 20 anni, il secondo a 21, Michaela ha un sogno irrealizzato: viaggiare per incontrare altre culture. E così fonda ad Amburgo Granny au pair (Nonne alla pari), uno strumento, recita il sito, per offrire alle over 50 avventurose, indipendenti ed energiche la possibilità di andare all’estero, svolgendo lavoretti domestici e occupandosi dei bambini in cambio di vitto e alloggio. Una soluzione molto apprezzata anche dalle famiglie alla ricerca di una donna matura, desiderosa di prestare cure e attenzioni come una vera nonna, affidabile e paziente.
L’esperienza delle nonne
Oggi la società è leader nel settore e colloca migliaia di nonne in 50 Paesi del mondo. Non si tratta di una banale agenzia di collocamento: il valore aggiunto nasce infatti dall’esperienza del ruolo di nonna, la cui importanza è universalmente riconosciuta.
Del resto anche in Germania, come in Italia, circa la metà dei bambini sono accuditi dalle nonne. Sono loro ad offrire consigli (saggi), a trovare il tempo per giocare, raccontare storie, aiutare i piccoli nei loro compiti quotidiani domestici e scolastici. Posseggono in sostanza quel quid che manca alle più giovani che deve però accompagnarsi, precisa la Hansen, a “flessibilità, spirito di avventura e una mente aperta”.
Un progetto aperto a tutti
Le nonne italiane sono tra le più richieste, ma al momento le maggiori disponibilità a partire si registrano in Alto Adige. Il bilinguismo infatti le rende molto richieste in Germania e Svizzera, primi Paesi europei per la domanda. Il rapporto è all’insegna dell’arricchimento reciproco e non prevede una retribuzione per la granny. Inoltre non esiste un contratto standard, quindi è opportuno accordarsi bene prima di partire.
Per partecipare al progetto è sufficiente iscriversi al sito dell’Agenzia delineando il proprio profilo. Direttamente sul sito avvengono poi gli incontri tra le aspiranti nonne alla pari e le famiglie ospitanti. Ma è anche prevista la possibilità di partecipazione a qualche progetto sociale, nel caso lo si preferisca ad un’esperienza in famiglia.
Un mercato in espansione
Il progetto di Michaela Hansen ha fatto proseliti: nel 2019, infatti, Aupair.com, un’altra agenzia tedesca, decide di lanciare un progetto riservato alle nonne. Anche qui l’intento è di mettere in contatto famiglie e donne mature in un reciproco scambio di valori e di tempo.
Al momento sono circa 3.700 le nonne alla pari registrate sul sito, mentre le famiglie che hanno selezionato il programma sono 3.800. Le prime provengono soprattutto da Brasile, Germania, Spagna e Italia, mentre le famiglie che scelgono questa opzione vivono prevalentemente in Germania, Francia, Stati Uniti e Italia. E c’è anche una sezione dedicata al Live-in help, solitamente una persona giovane che vive con un anziano in cambio di una mano nella vita di tutti i giorni.
Un incontro di generazioni
“Nonne alla pari” sembra la soluzione ideale per favorire quegli incontri intergenerazionali, di cui tanto si parla in questo momento. Da un lato senior attive e curiose, dall’altro famiglie e bambini che non hanno la possibilità di crescere con le loro nonne, e scelgono di “adottarne” una.
Le persone che partecipano a un progetto simile sono accomunate da curiosità e attenzione verso il prossimo e dalla capacità di mantenere cuore e mente aperti. In questo senso “Nonne alla pari” non è solo un impegno socialmente utile, uno scambio culturale o un modo economico di viaggiare. È il luogo dove valorizzare le esperienze maturate, ma è anche l’occasione per assecondare quella voglia di cambiamento che non conosce età.
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