Cani addestrati per fare da guida a persone cieche. Il racconto di Monica Taula presidente ANPVI
L’autonomia può avere la forma di un bastone, rigido, pieghevole o telescopico, tradizionale o high-tech, ma rigorosamente bianco. Oppure può assumere i lineamenti di Isotta, testa larga, occhioni nocciola, corporatura robusta, pelo corto e lucido. Chi arriva al centro di addestramento di cani guida per ciechi dell’Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti (ANPVI) entra accompagnato dall’ausilio inanimato ed esce con un compagno di vita, scodinzolante, affettuoso e fedele: un cane Labrador, femmina nella maggior parte dei casi, di circa due anni addestrato per fare da guida alle persone cieche.
«Ogni volta l’emozione è fortissima. La persona non vedente si presenta da noi impugnando il bastone bianco che fino ad allora gli aveva permesso di muoversi in autonomia e se ne va via insieme alla nuova guida a quattro zampe con cui andrà a esplorare il mondo», racconta Monica Taula, presidente nazionale dell’ANPVI.
Ovviamente, il passaggio dal bastone al cane non è immediato e al centro Egidio Riccelli di Campagnano (Roma) viene adottato un protocollo rigoroso, scientificamente validato, necessario per la riuscita della nuova relazione.
«Prima della consegna di un cane guida, chi ne fa richiesta segue un percorso che prevede colloqui con psicologi e incontri con i tecnici che valutano la capacità di orientamento e di mobilità della persona, requisiti indispensabili per poter ricevere il cane guida. Se la persona viene considerata idonea, alloggerà presso la struttura della scuola per 10-15 giorni durante i quali parteciperà a un corso di formazione insieme agli addestratori», spiega Taula.
Ma chi sono i cani guida e come vengono addestrati? La razza più adatta è il Labrador. Le femmine sono più indicate dei maschi perché più docili, l’età ideale per “entrare in servizio” è intorno ai 2 anni.
«I Labrador sono particolarmente adatti perché sono facili da addestrare, hanno una pronunciata affettività e sono predisposti al servizio. Non a caso vengono impiegati in numerose situazioni a rischio, come il salvataggio in acqua», commenta Taula.
Il centro di addestramento prende i cuccioli quando hanno 60 giorni di vita, rivolgendosi ad allevamenti certificati che assicurano l’assenza di patologie varie, oculari, cardiache, displasia del gomito, nei genitori. I cani scelti vengono dati in affidamento a famiglie selezionate, i cosiddetti “puppy walker”, per circa 10 mesi.
«Questa fase è fondamentale perché permette al cane di abituarsi a un ambiente famigliare, a muoversi in casa, a uscire nei parchi, a socializzare con altri cani e altre persone», spiega Taula.
Alla fine del periodo di affidamento, il cane torna a scuola per altri 8-10 mesi e, una volta completato l’addestramento, viene consegnato al suo nuovo compagno di vita, generalmente una persona completamente cieca.
«Nulla ci vieta di consegnare un cane guida a una persona ipovedente, ma si cerca di non farlo perché difficilmente una persona con un residuo di vista si affida al cento per cento al cane. E se non lo fa compromette la relazione di aiuto».
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