In grande spolvero, Lino Guanciale porta a teatro la vita di Ennio Flaiano con “Non svegliate lo spettatore”.
Ci sono importanti figure della cultura italiana il cui lustro non è sulla bocca di tutti. Non tanto perché la loro fama e genialità sia controversa o dibattuta. Tutt’altro. Quanto per una sorta di ritrosia al divismo che anche dopo la morte li tiene da lato. E un po’ li copre di polvere. Si potrebbe dire questo tra gli altri per l’abruzzese Ennio Flaiano, pescarese classe 1910, deceduto a Roma nel 1972, che fu scrittore e sceneggiatore, giornalista e critico. Il prezioso autore di capolavori del cinema come “La dolce vita” e “8 e mezzo”. Ma appunto il nome che più si ricorda è quello sotto la luce dei riflettori, quello del regista Federico Fellini.
Un marziano a Roma
Per chi conoscesse poco (o affatto) Ennio Flaiano e i suoi lavori, già solo Wikipedia indica le tantissime attività e le molteplici opere a cui egli dedicò la sua intelligenza e la sua amara ironia. Dagli elzeviri e gli altri scritti sui giornali, al Premio Strega nel 1947 con “Tempo di uccidere” e le sue memorie in Etiopia. Il teatro, con “Un marziano a Roma”, per esempio. E poi il cinema: non solo Fellini, ma anche Lattuada, Risi, Monicelli, Rossellini, Antonioni, Germi, Petri… Un’infinita e ricca carriera, per cui andrebbe continuamente studiato e riscoperto. Tenuto in luce.
A farlo, ci pensano ora il regista Davide Cavuti (qui anche al pianoforte) e l’attore Lino Guanciale, in tournée con “Non svegliate lo spettatore”. Una pièce teatrale a lui dedicata, prodotta dal Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Stefano Francioni Produzioni.
Non svegliate lo spettatore
Lo spettacolo ha già affascinato il pubblico estivo di città come Verbania a Porto Recanati e sarà ancora in programmazione per il nuovo anno, arrivando in febbraio 2022 anche a Padova e Brescia.
L’attore quarantaduenne, anche lui abruzzese, Lino Guanciale si riconferma un simpatico incantatore, dando ben prova di saper tenere a sé il pubblico e i diversi registri della narrazione. Dalla gag che da il titolo all’opera e che ironizza su un pubblico pronto a distrarsi in un sonno profondo, sino ai toccanti momenti in cui si accenna alla malattia della figlia di Flaiano. Un’interpretazione, quella di Guanciale, che riconferma il successo televisivo di questo volto noto delle fiction, ma anche teatrale. Rivelazione dell’anno nel 2015 proprio al “Premio Ennio Flaiano”, che vinse ancora nel 2017 con Davide Cavuti per “Un’avventura romantica”.
È così lo stesso attore Lino Guanciale a parlare della “troppa polvere” caduta sulla figura di Flaiano e ad affaccendarsi per tirarla via.
Coraggio, il meglio è passato
Ad un giornalista che gli domandò come un’enciclopedia pubblicata nel 2050 avrebbe potuto definirlo, Flaiano rispose: “Giornalista e sceneggiatore, autore anche di un romanzo. Scrittore minore satirico dell’Italia del Benessere”. In effetti, acume ed Ennio Flaiano si fanno sinonimi, in molti che hanno avuto il piacere di ascoltarlo o di leggerlo. Un’atmosfera palpabile per “i sognatori con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole” che seguono l’eloquio di Guanciale nel raccontarlo. Attraverso aneddoti, lettere, racconti. Attraverso quadri che uniscono lettura, cinema, teatro e vita privata. Uno stimolo a studiarlo e conoscerlo di più. Anche se, del resto, come scriveva lo stesso Flaiano, “Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso.”
(Foto di copertina: https://stefanofrancioniproduzioni.com/non-svegliate-lo-spettatore/)
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