Oggi siamo più responsabili e sensibili verso temi come la sostenibilità e il depauperamento ambientale. Ma l’impegno non finisce e per ricordarci di rispettare il nostro pianeta celebriamo, come ogni anno, la Giornata della Terra
Cinquantatré anni fa, l’ONU proclamava il 22 aprile la “Giornata della Terra” per celebrare la cura dell’ambiente e la salvaguardia del pianeta. Tema attualissimo anche se più di mezzo secolo fa, non era ancora chiaro quanto invece è ormai sotto gli occhi di tutti: l’impoverita qualità di acqua e aria, il riscaldamento globale, la scomparsa di alcune specie animali, l’intensificarsi di fenomeni climatici estremi sono sintomi di un ecosistema fortemente danneggiato, se non irreversibilmente compromesso.
L’obiettivo dell’ONU di allora era accendere i riflettori sulle tematiche ambientali per scongiurare rischi dannosi alla casa che abitiamo: la Terra. Oggi, ogni nuova ricorrenza di aprile suona come il ticchettio dell’orologio che ci ricorda che il tempo che rimane per essere incisivi su questo tema è ormai poco, pochissimo.
Solo pochi giorni fa, la Commissione europea ha pubblicato un allentamento straordinario delle regole sugli aiuti di Stato fino al 2025: in buona sostanza, Bruxelles prolunga la possibilità per i governi nazionali di aiutare le industrie a zero emissioni. Questa decisione conferma un principio: privilegiare il merito ambientale e sociale non significa creare distorsioni del mercato, alterando la concorrenza, piuttosto è un modo di “raddrizzare” il mercato stesso, senza redistribuire costi occulti (come quelli ambientali) sulle spalle di tutti, in particolare sulle generazioni future.
Tante volte proprio la “green economy” è considerata un tema da giovani, sia perché è agli adulti di domani che toccherà pagare i conti delle cattive scelte prese oggi, ma anche per il movimentismo sul tema capitanato in questi anni proprio dalle nuove generazioni del Friday for Future.
In realtà, la sostenibilità è un tema che potrebbe essere interpretato con grande effetto proprio dalle generazioni più mature, poiché sono loro i primi a subire le conseguenze del cambiamento climatico e delle politiche non sostenibili adottate dalla società, soprattutto in un momento di forte disagio sociale (secondo Confcommercio, a gennaio 2023, 17,9%: il valore più alto dal luglio del 2021). Ma soprattutto, non dimentichiamo che proprio il tema della sostenibilità si declina efficacemente in progetti di volontariato, come la pulizia delle spiagge o la raccolta differenziata dei rifiuti, che rappresentano una ulteriore occasione di coinvolgimento attivo delle fasce più anziane della popolazione. Queste attività di volontariato verde possono non solo avere un impatto positivo sull’ambiente, ma anche migliorare la qualità della vita di chi non lavora, dando loro un senso di scopo e di appartenenza alla comunità.
Così, la Giornata della Terra rappresenta un’importante occasione per coinvolgere ogni fascia della popolazione nella promozione della sostenibilità, valorizzando le piccole azioni locali dentro le grandi strategie continentali, se non globali. Se la Pasqua è una celebrazione di rigenerazione e di speranza che riguarda l’anima, nel caso della ricorrenza religiosa, ad aprile la Giornata della Terra può essere un’occasione di rinascita per il pianeta in cui viviamo grazie alle persone (migliori) che vogliamo essere.
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