Il 16% delle famiglie ha responsabilità di cura verso familiari non autosufficienti: tra queste, il 6% ha anziani non autosufficienti all’interno del nucleo familiare.
Oltre la metà delle famiglie italiane ritiene il proprio reddito insufficiente rispetto alle necessità primarie. E una famiglia su 10 non riuscirebbe ad affrontare la nascita di un figlio. In più, il welfare è soprattutto “fai da te”: nello specifico, il 58% trova sostegno nella rete familiare, solo il 29% nei servizi pubblici. Una famiglia su 6 ha responsabilità di cura verso familiari non autosufficienti. É la fotografia scattata dall’Osservatorio Sguardi Familiari di Nomisma, che si aggiorna con le nuove rilevazioni 2024. “Facciamo attenzione alle nuove solitudini perché c’è molta fragilità. Pertanto, le imprese sono chiamate a fare di più per i bisogni di chi lavora – raccomanda Marco Marcatili, direttore Sviluppo di Nomisma e responsabile dell’Osservatorio”.
In base ai dati, il 44% delle famiglie valuta le proprie entrate appena sufficienti per arrivare a fine mese. Ancora molto squilibrato è il rapporto tra costo della vita e redditi da lavoro. L’Italia paga il blocco pluridecennale della produttività e la mancata crescita delle retribuzioni: queste ultime, tra il 2013 e il 2023, sono cresciute la metà rispetto alla media europea (16% contro il 30,8%). “Il rinnovo dei contratti collettivi e gli adeguamenti Ipca non colmano, se non parzialmente, la misura di quanto perso in termini di potere d’acquisto con l’inflazione – spiega Marcatili – che ha determinato una vera e propria erosione dei risparmi, a danno di molte famiglie. Malgrado gli indicatori positivi del mercato del lavoro, ben il 42% delle famiglie ritiene che la propria condizione economica sia peggiorata negli ultimi 12 mesi (nettamente peggiorata per l’11%), mentre solo l’8% ritiene sia migliorata”.
Le rinunce delle famiglie
L’85% delle famiglie ha tagliato le spese per il tempo libero, il 72% ha ridotto i consumi culturali, il 67% le attività sportive e ben una famiglia su 2 ha dovuto ridurre le spese sanitarie, il 28% ha tagliato sulle spese per l’istruzione.
Non solo: una famiglia su 10 dichiara che non potrebbe far fronte economicamente alla nascita di un figlio, mentre una su 6 non riuscirebbe ad affrontare la perdita di autonomia di un proprio componente. Il 60% degli intervistati ritiene che alla base del calo nelle nascite ci siano questioni di natura economica. Ben il 70% delle famiglie che tagliano sulle spese sanitarie sono famiglie sandwich, strette tra la cura dei figli piccoli e dei genitori anziani.
Welfare “fai da te”
Il 16% delle famiglie ha responsabilità di cura verso familiari non autosufficienti: tra queste, il 6% ha anziani non autosufficienti all’interno del nucleo familiare. “I bisogni delle famiglie, tradizionalmente legati al welfare pubblico, non trovano risposta adeguata se non dentro la famiglia stessa – chiarisce Marcatili – Nello scenario attuale, assistiamo ad un welfare sempre più fai da te, tanto che il 58% degli intervistati dichiara di trovare il principale supporto nella rete familiare, mentre solo il 29% dichiara di ricevere supporto dai servizi sociali pubblici messi a disposizione dal territorio”.
Adulti soli
Gli adulti soli (45-69 anni) hanno meno supporto familiare: in questo segmento di popolazione aumentano i casi di vissuti difficoltosi (divorzi, separazioni), che spesso si traducono in forme di fragilità, anche economica. Gli anziani soli (over 70) sono più solidi economicamente: la quota di chi dichiara insufficiente il proprio reddito è inferiore del 50% alla media. Sono però più esposti al cronicizzarsi delle patologie.
“Sulla base di quanto emerge dal nostro studio, occorre guardare con la massima attenzione alla condizione di difficoltà percepita dalle famiglie sottoposta alla somma tra compiti di cura degli anziani e dei minori e all’aumento, registrato nell’ultimo anno, delle famiglie che assistono persone disabili. Situazioni ad altissimo impatto sulla vita familiare”, conclude Marcatili.
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