Solitudine in età adulta? Ora è possibile combatterla richiedendo la compagnia di un “nipote”. L’idea, semplice ed efficace, è di una startup creata da due giovani ragazzi, uniti dall’affetto per i propri nonni e dalla voglia di fare un gesto concreto per loro.
Sempre più persone, soprattutto fra gli over 65, soffrono la solitudine e, pur non avendo bisogno di un’assistenza vera e propria, vorrebbero trascorrere più tempo in compagnia, anche nelle normali attività quotidiane. L’isolamento sociale, soprattutto in età avanzata, risulta anche un fattore di rischio non solo per la depressione, ma pure per il declino cognitivo e lo sviluppo di patologie come la malattia di Alzheimer. Questa condizione è stata per molti ulteriormente accentuata dalla pandemia negli ultimi due anni, ma si può ridurre attraverso reti di relazioni, anche di poche persone, purché in grado di offrire condivisione, divertimento e ascolto, oltre che affetto.
A questo scopo, circa un anno fa, è nata una startup che ha deciso di mettere insieme, “su richiesta”, giovani e anziani, che oggi possono conoscersi, incontrarsi, andare a fare una passeggiata, la spesa, una partita a carte, prendere insieme un aperitivo.
La soluzione di “Uaf, nipoti on demand”, così si chiama la neonata impresa nata dall’idea di due giovani milanesi, è semplice e innovativa allo stesso tempo: attraverso una piattaforma digitale e un algoritmo che abbina i profili delle persone, mette in contatto i senior che desiderano una compagnia per svolgere attività, e i giovani, solitamente studenti universitari, che amano condividere il loro tempo libero.
I due soci fondatori hanno meno di trent’anni e si sono conosciuti alle elementari, per poi perdersi di vista nei propri percorsi di studio e di vita, e ritrovarsi per caso da adulti a scoprire di avere in comune l’affetto per i propri nonni e il desiderio di fare qualcosa di positivo per loro.
Cecilia Rossi è una designer della moda e lavora per il cinema e la Tv, Matteo Fiammetta è un ingegnere dei materiali e delle nanotecnologie (insieme, nella foto della pagina accanto). Entrambi si sono laureati al Politecnico di Milano.
«Uaf nasce dal mix delle nostre competenze messe a disposizione per una buona causa – ha spiegato Cecilia Rossi, cofondatrice – e il lockdown, che tutti noi abbiamo vissuto, ci ha aiutato a realizzare quanto siano importanti i legami familiari e quanto spesso vengano trascurati per cause di forza maggiore, come il lavoro e il poco tempo rimasto dopo. Così abbiamo deciso di lasciare le nostre occupazioni e di lanciarci in un progetto nuovo in grado di soddisfare la nostra esigenza di fare del bene, creando opportunità e impegno sociale concreto».
Grazie all’interesse di tanti ragazzi fra i 19 e i 30 anni, in pochi mesi è stato possibile creare una comunità di persone che oggi condividono il tempo nelle attività che preferiscono.
Gli incontri fra nonni e nipoti acquisiti sono stati valutati finora positivamente sia dagli interessati che dalle loro famiglie, e hanno dimostrato quanto lo scambio generazionale possa essere benefico per tutti.
Per accedere alla ricerca di un nipote tramite Uaf si può chiamare direttamente al telefono oppure ci si può collegare al sito della startup (www.uaf-family.com) e rispondere ad alcune domande online per capire meglio quali siano le esigenze e le preferenze di attività del richiedente. Il questionario può essere compilato anche da un parente. Dopo la prenotazione per un incontro, che verrà inviata per e-mail o sms, Uaf invia un secondo messaggio 24 ore prima dell’appuntamento, che in ogni caso può essere disdetto il giorno prima.
Fra le attività prenotabili, oltre alla spesa, alle chiacchiere in poltrona, all’aperitivo, al cinema, alla partita a carte, si può anche richiedere un nipote che aiuti a usare la tecnologia.
Chi vuole candidarsi come nipote, sempre attraverso la piattaforma, può prenotare un colloquio telefonico con gli organizzatori. Chi sarà selezionato, riceverà una formazione da psicologi qualificati. Gli appuntamenti sono gestiti tramite App in maniera indipendente, secondo le proprie disponibilità. Non è necessaria alcuna competenza specifica, a parte la voglia di trascorrere del tempo con persone più adulte per aiutarle e divertirsi insieme; dunque non si tratta di un lavoro per caregiver o assistenti specializzati. I nipoti, a seconda delle ore offerte, ricevono un compenso, ma per i nonni il servizio è stato reso gratuito dalle imprese che si sono offerte come sponsor e che partecipano alle spese, proprio per evitare un esborso diretto di denaro da parte dei beneficiari del servizio.
Anziani soli: i dati
La solitudine abitativa aumenta con l’età. Secondo i dati Istat, mentre nella fascia d’età 75-79 anni la quota dei soggetti che vivono da soli è del 35%, nella fascia 80-84 passa al 39% e raggiunge il 45% per gli over 85. Tre quinti degli over 74 che abitano da soli sono in condizioni di buona salute e di autonomia, totale o parziale (il 33% non presenta alcuna difficoltà di movimento), e anche se la solitudine può essere una scelta “forzata”, il 53% dichiara di superarla grazie agli incontri con familiari, amici e vicini di casa e alla possibilità di vivere relazioni sociali.
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