“Il tempo di lasciare è ora, anche se in molti nel Paese e nel partito pensano sia troppo presto. Nessun individuo deve essere dominante per troppo tempo”. Con queste parole Nicola Sturgeon, la premier scozzese, ha annunciato le sue dimissioni durante una conferenza stampa da Edimburgo.
Nicola Sturgeon si è dimessa. La premier scozzese, di 52 anni, ha tenuto una conferenza stampa dalla sua casa di Edimburgo, annunciando la rinuncia al ‘lavoro più bello del mondo’, come lei stessa ha definito la carica di prima ministra ricoperta negli ultimi otto anni. “Sin dai primi momenti in cui ho ricoperto questo incarico, ho creduto che una parte del servire bene consista nel sapere quasi istintivamente quando è il momento giusto per lasciare il posto ad altri. E, una volta arrivato quel momento, nell’avere il coraggio di farlo, anche se a molti nel paese e nel mio partito potrebbe sembrare troppo presto” si legge nel testo del discorso che Sturgeon ha presentato alla stampa con le dimissioni. Sturgeon resterà in carica fino all’elezione del suo successore.
Le dimissioni di Nicola Sturgeon
“Sono Prima ministra da oltre otto anni e sono stato vicepremier e ministra per buona parte degli otto anni precedenti. Questi lavori sono un privilegio, ma sono anche giustamente difficili. Soprattutto per quanto riguarda l’incarico di Prima ministra, non concedono un attimo di pausa. Sia chiaro, non mi aspetto violini qui, ma sono un essere umano oltre che una politica […]”. Sono queste alcune delle parole contenute nella lettera di Sturgeon: l’ormai ex premier scozzese ha ricordato l’impegno del Paese e del suo ministero nella difficile fase della pandemia e nella lotta al Covid.
“Nessun individuo deve essere dominante per troppo tempo”
Il messaggio che Sturgeon ha letto al Paese è ricco di significati. Nelle pagine vengono spiegate le motivazioni che hanno portato l’ex premier a rinunciare all’incarico dopo otto anni di servizio. Si dice certa che avrebbe continuato ad assolvere con passione al suo ruolo ma si dice altrettanto cerca che “nessun individuo debba essere dominante per troppo tempo in qualunque sistema. Ma se è facile sostenere questa opinione in astratto, è molto più difficile viverla. Con questa decisione, sto cercando di farlo. Infatti, se tutti i partiti cogliessero l’opportunità di depolarizzare almeno un poco il dibattito pubblico, di concentrarsi più sulle questioni che sulle personalità e di reimpostare il tono e il tenore del nostro discorso, allora questa decisione – giusta per me e credo per il mio partito e per il paese – potrebbe rivelarsi positiva anche per la nostra politica. Io ci spero”.
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