New York compie 400 anni! Fondata nel 1624, la Grande Mela, per molti anni la città più popolosa del mondo, rimane un luogo bellissimo da visitare, per assaporarne la storia, la grande arte e le mille stranezze.
Nel 1624 gli olandesi comprarono dai nativi lenape l’isola di Manatthan per 60 fiorini, come riportava pochi anni dopo il funzionario Peter Schagen in una lettera ai superiori conservata negli Archivi Nazionali dei Paesi Bassi. L’insediamento, situato in una zona esplorata un secolo prima dall’italiano Giovanni da Verrazzano, il primo europeo a “visitarla”, venne denominato New Amsterdam.
Contro i nativi ma per la tolleranza
Gli indigeni, tra i più propensi a commerciare con i nuovi arrivati offrendo pellicce in cambio di prodotti manifatturieri, vennero a poco a poco scacciati. Una lettera dei capi tribù di oggi afferma: «Antenato, chi avrebbe potuto sapere che le parole scritte di un colonizzatore olandese e 60 fiorini avrebbero portato 400 anni di devastazione, malattie, guerra, rimozione forzata, oppressione, omicidi, divisioni, suicidi e traumi generazionali per il tuo popolo lenape?». Il documento è stato esposto in una recente mostra alla New York Historical Society.
Eppure la città è da sempre considerata un riferimento per la tolleranza, la multietnicità e il libero scambio. Prima ancora che diventasse New York, nel 1657 la petizione Flushing Remonstrance – considerata anticipatrice del famoso Primo Emendamento della Costituzione americana – fu un esempio del “diritto di praticare la religione di propria scelta” che vi era attuato.
New York compie 400 anni, com’è nata la città
Acquisita dagli inglesi nel 1665 fu chiamata New York in onore di Giacomo Stuart duca di York. Era destinato a diventare per pochi anni l’ultimo re cattolico di Inghilterra, Scozia e Irlanda, prima di essere deposto ed esiliato. Era ancora un villaggio di poche migliaia di anime. Ne vantava 9000 nel 1741, ma si calcola vi si parlassero ben 18 lingue (oggi secondo il sito Languages of New York sono circa 800, dialetti compresi) e vi proliferassero taverne, eccessi e violenza sociale.
La crescita iniziò pochi anni dopo, senza conciliare le sue varie anime, tanto che durante la rivoluzione fu insieme vivacemente “patriota” ed energicamente “lealista” verso gli inglesi. Nel 1789 fu per un anno capitale degli Usa appena nati e nel 1832 ne è la città più popolosa con circa 250 mila abitanti. Lo sviluppo fu dettato soprattutto dalla costruzione – terminata sette anni prima – del canale Eire. L’edificio collega il fiume Hudson, ovvero il porto di New York, con i grandi laghi e le regioni del Nord-Ovest in forte espansione.
Capitale di tutto o quasi
È già la capitale finanziaria, la Borsa di Wall Street è attiva, e quella teatrale con Broadway che intralcia la regolarità da accampamento romano del piano regolare di Manhattan del 1811. Ha più prostitute e osterie di ogni altra città al mondo e la pulizia delle strade è affidata al razzolare di 5-6000 maiali.
Da allora è diventata la capitale dell’editoria. Vanta aziende che fatturano oltre il 50% di tutto il mercato americano. Anche capitale dell’arte, con 500 gallerie (più della somma di quelle di Parigi, Londra e Tokyo), della cucina, vi sono 15 mila ristoranti che rappresentano 195 etnie. Nel 2023 i suoi abitanti hanno speso in hot dog 111,4 milioni di dollari, e della pubblicità, con il 70% delle agenzie statunitensi. E rimane la capitale dei grattacieli, a cominciare dall’Empire State Building costruito nel 1930/31, che vanta un codice postale, il 10118, solo per sé.
La grandeur e l’acceleration syndrome
La denominazione in ‘Grande Mela’ risale agli anni Venti del 900 e fu coniata dal giornalista sportivo John Fitz Gerald riferendosi al suo ippodromo. Essa coniuga denaro, multiculturalismo e avanguardia. E funziona egregiamente per circa 9 milioni di abitanti. Una popolazione superiore a quella di oltre 40 stati degli USA, che hanno a disposizione un lungomare di 837 chilometri circa, più delle coste di Miami, Boston, Los Angeles e San Francisco messe insieme. Una metropolitana di circa mille chilometri con 472 stazioni e 36 linee e una popolazione di 2.373 scoiattoli grigi nordamericani, secondo il censimento del 2018.
Nel 1905 apre la prima pizzeria d’America
New York vanta la prima pizzeria d’America (Lombardi’s Pizza, aperta nel 1905, è ancora attiva al 32 di Spring Street). Non solo, anche la stazione ferroviaria più grande del mondo, la Grand Central Terminal con 44 piattaforme. Qui sono state girate 280mila tra pellicole e serie, che immortalano il Central Park. E la Statua della Libertà, arrivata in dono dalla Francia nel 1885 sulla nave Isère divisa in 350 pezzi. Più o meno alla latitudine di Napoli, ha ben altri abitanti. Di carattere solitamente scontroso, vivono compressi, mangiano in fretta e dormono poco, consumati dalla acceleration syndrome, malattia tipica dei nostri giorni che qui ha avuto origine.
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