Siamo tutti a casa, tutti connessi, ventiquattro ore su ventiquattro, cercando di rimanere informati. Ma attenzione, non tutto quello che leggiamo è attendibile, dipende da chi è stato scritto.
Ci sono post, in questi giorni, che stanno diventando virali, svelando fantomatiche cure o mettendo in guardia da improbabili comportamenti da non attuare. Sembrano rivelatori, fanno leva sul nostro senso di inquietudine che ci spinge, in maniera quasi compulsiva, a condividere quelle informazioni, con amici e parenti. Attraverso vari canali. Già, perché in questi giorni, le bufale più gettonate sono quelle che stanno girando su Whatsapp: si tratta di file audio o di lunghi testi che non citano la fonte. Oppure che firmano a nome di un presunto medico che, in realtà, non esiste.
Manteniamo la guardia alta, quindi. Cerchiamo di assumere comportamenti responsabili. Uno, fra tutti, è quello di verificare le fonti, prima di diffondere un messaggio.
Il sito bufale.net, da questo punto di vista, può risultare uno strumento molto utile. Raccoglie e cataloga, infatti, le fake news che girano in rete.
Eccone alcune che contengono presunti “rimedi fai da te”:
- “Il Coronavirus rimane vivo 9 giorni sull’asfalto, lasciate le scarpe fuori”: questa la sintesi di un messaggio audio che circola su WhatsApp in queste ore. La voce femminile si fa portavoce del consiglio di “amici medici di Milano”. Invita le persone ad usare soltanto un paio di scarpe per andare fuori, e a lasciarle fuori dalla porta in quanto il virus sopravvive fino a 9 giorni sull’asfalto. Non è vero. La risposta arriva dall’Istituto Superiore di Sanità, nella persona dell’epidemiologo Paolo D’Ancona, che assicura: la trasmissione avviene con le goccioline che emettiamo tossendo o starnutendo, non in altro modo.
- “Contro il Coronavirus assumere una compressa da 1 grammo di Cebion, e tanta vitamina C”: anche questa notizia viene da un audio Whatsapp che dura poco più di un minuto. Falsa anche questa: la smentita è arrivata dall’ufficio stampa della stessa casa farmaceutica. La vitamina C è sicuramente benefica per la salute e aiuta contro le infezioni respiratorie, ma non è una cura miracolosa per il Coronavirus.
- “Il virus non resiste al calore e muore se esposto a temperature di 26-27°, bere the,tisane e brodo, no acqua ghiacciata”: anche questa è una raccomandazione falsa. Il Coronavirus resiste a temperature ben superiori e il consumo di bevande calde o fredde non incide assolutamente sul contagio.
- “Fare gargarismi con una soluzione disinfettante elimina la quota di virus che potrebbe entrare in gola, in questo modo non può scendere nella trachea e poi nei polmoni”: il Coronavirus si annida nelle mucose dell’apparato respiratorio e da lì viene diffuso nell’organismo con la deglutizione, ed espulso con tosse e starnuti. Il contagio non passa dunque attraverso la trachea e poi i polmoni: i gargarismi, dunque, sono inutili.
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