Wu Yue è una settantaduenne cinese che negli ultimi 10 anni ha coronato il suo sogno di studentessa frequentando l’Università per la Terza Età di Changsha, nella provincia dell’Hunan. Qui ha imparato discipline legate alle tradizioni, come l’uso della medicina, e a suonare l’erhu, un antico strumento a corde, simile ad un violino. Il suo più grande rimpianto è non aver ricevuto un’adeguata educazione scolastica da giovane. «Ho sempre amato la letteratura – racconta – ma ho dovuto abbandonare gli studi troppo presto». Solo dopo la pensione Wu Yue ha potuto dare libero spazio alla sua passione. Forse inaspettatamente, il suo libro preferito è Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas.
Per molti ma non per tutti
Molti senior scelgono di iscriversi ad un’Università per la Terza Età. E pur di accedervi sono disposti a fare le ore piccole davanti al computer. Come la sessantatreenne Wang Huizhen che, per assicurarsi un posto all’Universtà di Shangai, è rimasta collegata fino a notte fonda. In un’intervista al China Daily ha raccontato: «Queste università sono così popolari che molti corsi sono già occupati pochi secondi dopo essere apparsi on line. Sono dovuta rimanere sveglia fino a mezzanotte per conquistarne uno». Mentre la maggior parte dei coetanei passa il tempo occupandosi dei nipoti o guardando la televisione, Wang ha scelto di ritrovare se stessa, tornando a studiare. Da quando nel 2011 si è iscritta all’Universtà per anziani di Shangai, ha già frequentato 4 corsi, imparando le lingue straniere, il canto e la danza. Tra l’altro con ottimi risultati, come lei stessa tiene a sottolineare.
L’università di Shangai. Un modello
L’Università per la Terza Età di Shangai, fondata nel 1985, conta 10 dipartimenti di studio, che spaziano dalle arti tipicamente cinesi, come la calligrafia, allo studio delle lingue straniere. Conta quasi 800 mila iscritti, sparsi nelle oltre 292 sedi. Secondo il vice rettore, Xiong Fangjie, il campus accetta donne sopra i 50 anni e uomini sopra i 60, la maggior parte dei quali ha un alto livello di istruzione. Tanto che pochi impiegano più di 8 anni per laurearsi.
Due curricula
Le prime università di questo tipo nascono nel 1983 e sono riservate solo ai quadri del Partito Comunista. Ma oggi sono accessibili a tutti, molto in voga tra i pensionati. Poiché la competizione è uno degli aspetti salienti nella società cinese, gli anziani hanno facoltà di scegliere tra due curricula. Il primo, più limitato nella scelta delle materie, può essere considerato una diploma di laurea a tutti gli effetti. Il secondo, più accessibile, è in realtà un titolo honoris causa legato all’età, ed è accessibile in tutte le discipline. Molto spesso è questa la scelta più frequente. Perché, come dichiara Zhang Yanqing di 72 anni, «Alla mia età non c’è bisogno di un vero titolo di studio. Ciò che più conta è apprendere cose nuove».
Per molti di questi studenti, afferma Xiong, l’Università è una seconda casa: «L’Università è una buona piattaforma per la socializzazione degli anziani. Molti sono soli a casa perché i loro familiari lavorano tutto il giorno».
Il piano governativo
Frequentare college universitari per la terza età ultimamente è molto in voga in Cina. La maggior parte di queste strutture sono pubbliche e hanno un costo molto contenuto, di circa 200-500 yuan (pari a circa 30-70 euro) a semestre. Il Governo è intenzionato ad incrementare nuove aperture. Nel Paese infatti la popolazione over 60 ha raggiunto i 250 milioni di persone, pari al 17,9% del totale. E l’età media degli studenti si aggira intorno ai 60 anni. Nella strada verso la modernizzazione oggi molte di queste Istituzoni offrono non solo corsi di calligrafia o pittura, letteratura e scienza, ma anche di snooker (un biliardo diffuso nel Regno Unito), di graphic design e video editing.
In futuro l’adozione di testi unificati
Nel tentativo di uniformare il livello e la qualità dell’istruzione, entro la fine dell’anno, le università per i senior saranno obbligate ad adottare libri di testo unificati. Secondo la China Association of the Universities for the Aged (l’Associazione che rappresenta le Università per la Terza Età), infatti, manca una condivisione nei testi a carattere nazionale. Il che si traduce in una disparità nella qualità dei corsi stessi. È dunque necessario elaborare testi univoci da inviare a tutte le Università. I primi argomenti individuati sono “ideologia e politica”, “contesto nazionale” e “assistenza sanitaria”.
L’Associazione gestisce attualmente circa 80.000 istituzioni didattiche e di formazione per la terza età, tra cui 70.000 atenei. Circa 15 milioni di senior cinesi sono iscritti o frequentano on line le lezioni. Numeri di tutto rispetto e in continua crescita. Anche il Paese più popoloso al mondo inizia a mettere al centro delle politiche di welfare la questione dell’invecchiamento della sua popolazione.
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