Fognano, un borgo di appena mille anime, alle pendici dell’Appenino toscano, in provincia di Pistoia, ha rischiato di perdere la sua scuola.
Pochi i nati nella frazione, non ci sono abbastanza iscritti per formare la prima classe: questa è stata la comunicazione diramata, nel 2015, dalla dirigenza della scuola primaria “Atto Vannucci”, annunciandone così la possibile chiusura. I bambini sarebbero stati quindi trasferiti negli istituti scolastici dei paesi limitrofi.
Ma le mamme hanno detto no. Si sono unite, hanno raccolto più di 800 firme contro la chiusura e, allo stesso tempo, hanno presentato un piano di rilancio. Sapevano che le scuole dei borghi vicini, per mancanza di personale, faticavano a garantire il tempo pieno e ad erogare i servizi di doposcuola, così si sono offerte loro, promuovendo una serie di iniziative ludico-didattiche adatte a tutti. Ma avrebbero fatto tutto questo, ad una sola condizione: mantenere aperta la loro scuola elementare.
La proposta delle “mamme-vulcano” (così sono state ribattezzate) ha convinto tutti. È nato così il progetto “Scuola Aperta”, che vede in prima fila genitori creativi, nonni volenterosi e piccole associazioni di paese. Tutti hanno messo in campo le proprie idee, e ne è nata una fucina colma di attività creative e stimolanti. C’è un giovane nonno che insegna l’arte del mosaico, un’associazione tutta in rosa che spiega ai bambini come usare il tombolo per realizzare pizzi e merletti. C’è il laboratorio cinematografico, l’orto sinergico e perfino quello di robotica educativa che, attraverso dei modellini Lego, ha promosso la riqualificazione di un tratto del fiume del paese.
Anche i nonni sono parte integrante di questo progetto. Molti tengono dei laboratori, altri partecipano a quelli che più suscitano il loro interesse. Altri ancora si mettono a disposizione per raccontare la propria storia. Come ha fatto Anna Maria Torracchi, una signora che, un venerdì pomeriggio, si è seduta accanto ai bambini, raccontando la sua vita di superstite della Seconda Guerra Mondiale.
I laboratori sono cresciuti a livello esponenziale in questi anni, a tal punto che le aule non bastavano a contenere tutti gli iscritti. E così alcune attività sono state trasferite negli spazi dell’ex scuola materna del paese di Tobbiana, chiusa da tanti anni.
Un modo attivo, dunque, per combattere lo spopolamento dei piccoli centri: la cultura. E gli abitanti di Fognano ce lo stanno insegnando.
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