Il decalogo del Cai e della Società Italiana di Gerontologia contiene utili consigli per evitare lesioni e malori durante le escursioni in montagna
C’è bisogno di un decalogo per ribadire a chi è più in là con gli anni le regole di sicurezza in montagna? Forse sì. Come ricorda anche il Cai (Club Alpino Italiano) sul suo sito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) promuove l’aumento dell’attività fisica del senior quale forma di prevenzione e di terapia per patologie come le malattie dell’apparato cardiovascolare, il diabete, l’obesità, le malattie cronico-degenerative. La stessa Oms auspica che i seniores mantengano una condizione fisica di efficienza, combattendo i principali fattori di rischio legati all’età, riducendo gli stati di ansia e di depressione, nonché il decadimento mentale.
In montagna senza limiti di età
Un recente studio effettuato nelle Alpi in rifugi situati ad oltre 3000 metri ha evidenziato che i sintomi dell’A.M.S. (male acuto di montagna) sono meno frequenti nelle persone in età avanzata, rispetto ai soggetti più giovani (2 % rispetto al 33 % dei soggetti con età inferiore ai 60 anni). E molti altri programmi, come Cuore Sano diretto dall’Ospedale S. Spirito di Roma, da anni certificano il legame di benessere, anche nella terza età, tra il cuore e il trekking in montagna. Anche nell’ottica attuale di un invecchiamento “attivo e in salute”, obiettivo perfetto per la montagna, che associa al movimento sano la possibilità di socializzare.
Perché ascoltare gli esperti
Ciò non toglie che bisogna prestare molta attenzione durante le escursioni, perché il rischio di un trauma o di un malore può sempre essere in agguato. Da qui la decisione del Cai, da sempre attento all’escursionismo dei senior, di produrre un documento che contenga indicazioni utili per gli over appassionati di gite montagna, in collaborazione con gli esperti del Sigg, la Società Italiana di Gerontologia. Si tratta generalmente di eventi facilmente prevedibili con semplici accorgimenti di buon senso, a partire da una visita preventiva al proprio medico di fiducia.
Il decalogo dell’escursionista over 65
Ma quali sono queste raccomandazioni? La prima regola è scegliere escursioni con un basso sforzo fisico, valutando con cura l’itinerario (dislivello, tipo di terreno, lunghezza, durata, quota). Anche una attrezzatura tecnologica, adeguata alla stagione, fa la sua parte: “powerbank” esterna e app “GeoResQ”, kit di primo soccorso, fischietto, telo termico. L’abbigliamento deve prevedere un intimo di ricambio, calze, pile e giacca a vento, mantellina da pioggia, guanti, cappello/berretto/cuffia di lana, calzature robuste e con suola anti-scivolo. Bisogna poi portare con sé un’adeguata scorta idrica e alimentare (ma niente alcol!).
…con un occhio attento alla salute
Chi soffre di patologie croniche (come diabete, cardiopatie, ipertensione) non può mai dimenticare a casa i farmaci e deve consultare il proprio medico per adeguare, eventualmente, la terapia al mutamento di clima o di altitudine. È importante poi avere sempre nello zaino il tesserino sanitario, i recapiti telefonici da contattare in caso di incidente o malessere, e naturalmente, prima di iniziare il trekking, valutare con attenzione lo stato di salute e di preparazione fisica.
In caso di incidente
Nell’eventualità di un infortunio che impedisca di proseguire l’escursione (un malore, un trauma o un altro evento avverso) è imperativo contattare il Numero Unico di Emergenza 112 (o il 118 dove non attivo il 112) e attenersi scrupolosamente alle loro istruzioni. In caso di piccoli incidenti (ad esempi lievi ferite o punture di insetti) bisogna utilizzare il kit di primo soccorso, che deve contenere tra l’altro la coperta termica di soccorso ed i farmaci specifici per le proprie patologie croniche.
Mai soli sul sentiero
Non vi è un limite cronologico di età per frequentare la montagna e per affrontare l’alta quota: molte persone con più di settant’anni hanno svolto con successo escursioni oltre i 5000 metri di altitudine. Ma bisogna ricordare che un’escursione è ottimale se effettuata in buona compagnia e in buono stato di salute, in un ambiente naturale e con un clima favorevole. Il decalogo ci ricorda che si parte e si arriva tutti assieme, senza dimenticare di riportare a casa i propri rifiuti, e che l’importante non è la meta, ma il percorso per raggiungerla.
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