Se dobbiamo proprio invecchiare, allora facciamolo bene. O perlomeno cerchiamo di rallentare il più possibile i fisiologici effetti che gli anni ci portano inevitabilmente. Va bene l’alimentazione, il mangiare meglio, il prendere le cose con filosofia… Ma se non ci muoviamo, rischiamo di lasciarci alle spalle uno dei più potenti sistemi anti-età a nostra disposizione: l’attività fisica.
Contano i geni, ma anche quanto sport abbiamo fatto
Certo qualcuno potrebbe obiettare che invecchiare sia un po’ un terno al lotto. Che ci sono fattori legati anche alla nostra innata longevità. È vero. Ma è anche vero che lo stress ossidativo a cui sono sottoposte le nostre cellule – che poi è anche uno dei fattori per cui invecchiamo – può essere “controllato” grazie allo sport.
Molto dipende, insomma, da quanto esercizio abbiamo fatto durante la nostra vita. Chi lo pratica, lo sa: l’esercizio fisico ci regala salute, ma allo stesso sottopone le nostre articolazioni, il nostro sistema scheletrico ad uno stress costante. La differenza però è che lo facciamo per un buon motivo. Anzi, tre buoni motivi.
Primo motivo per fare sport: mantenersi in grado di eseguire certi movimenti
Ci guardiamo indietro, pensando che l’invecchiamento sia un processo che ha inizio dopo i 50. in realtà, qualcuno sostiene che tutto abbia inizio prima. Molto prima. Almeno 20 anni. In termini biologici, infatti, il tutto dovrebbe avere uno start intorno ai 30. La prima difficoltà che cominciamo a riscontrare è quella di alzarci da una posizione seduta. In precedenza si trattava di un’operazione naturale. Dopo una “certa età” sembra quasi necessario caricarsi a mo’ di balestra per darci una spinta che ci faccia sollevare. È il primo segnale da non sottovalutare.
Fare movimento “lubrifica” le nostre articolazioni e – quasi inutile dirlo – potenzia i muscoli. Non essersi mossi a sufficienza in passato, significa aver posto una pesante ipoteca sulla nostra futura capacità di movimento. Potrebbe diventare quasi impossibile alzarsi, ad esempio, quando si è a terra. Persino il semplice gesto di entrare o uscire dalla propria auto potrebbe trasformarsi in un’operazione che richiede molto più tempo del previsto.
La soluzione c’è, come dicevamo: fare esercizio regolare. È bene farlo almeno 3 volte a settimana, scegliendo magari l’attività che più ci aggrada. Questo non solo conserva una buona funzionalità in tarda età, ma ci lascia eseguire un discreto numero di azioni che un tempo ci sembravano del tutto normali. Parliamo di gesti semplici. Come chinarsi, ad esempio, per raccogliere qualcosa o fare magari un po’ di giardinaggio. In quest’ultimo caso, sollevare vasi, sacchi di terra, spostare pesi di una certa importanza sono tutte azioni che richiedono allenamento.
Secondo motivo per fare sport: mantiene la mente attiva (e non è poco!)
Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Una saggezza confermata ormai da una vastissima bibliografia di studi sull’argomento. E che non ha bisogno di ulteriori elementi di supporto. Perché, anche se l’attività fisica sembra agire in apparenza solo sul corpo, nel frattempo sta silenziosamente migliorando le performance della nostra mente.
Il motivo di tanta “salubrità” è semplice. È la routine con cui si eseguono gli esercizi il vero segreto: un eccellente allenamento per la memoria. Ma, oltre a questo, il movimento aiuta anche a migliorare il controllo di ansia e stress. E più ci si allena, maggiore è la capacità di mantenere sotto controllo stati d’animo ansiosi o depressivi.
Terzo motivo per fare sport: rallenta l’invecchiamento, la cosa più importante
Eccoci arrivati al terzo motivo: lo sport rallenta l’effetto degli anni che passano. C’è un però: bisogna iniziare da subito o, quanto meno, il prima possibile. Anche se non è mai troppo tardi per iniziare a fare una vita attiva.
Va da sé che quando si inizia a fare sport, in tarda età magari, si deve cominciare sempre con cautela, seguiti dal proprio medico e variando l’allenamento. Ad esempio, un paio di giorni alla settimana si possono dedicare allo sviluppo della resistenza fisica. In questo caso una camminata veloce o una corsa leggera sono l’ideale. Si prosegue quindi con un allenamento sotto sforzo, ma sempre sotto stretto controllo medico. In questo modo si alza la soglia di tolleranza e si abbassano i battiti a riposo. Ma al di là del camminare il più possibile e di stare seduti meno che si può, è bene anche dedicarsi al cosiddetto Core almeno tre volte alla settimana. Il Core è costituito dal complesso muscolare coxo-lombo-pelvico. In pratica è l’area compresa tra la porzione inferiore del busto e il margine inferiore del bacino. È da qui dipende l’efficacia statica e dinamica del corpo.
Più muscoli, più salute
Fino a quando non si potrà fermare l’invecchiamento, il movimento resta il principale alleato per rallentarlo. I muscoli che sostengono il nostro scheletro costituiscono il 30-40% del corpo. Quando invecchiamo, se non facciamo esercizi, ne perdiamo circa il 10% all’anno. Per contrastare questo processo abbiamo due modalità: una dieta ricca di proteine ed un esercizio costante per mantenere in forma la massa muscolare. I muscoli, inoltre, consumando energia e calorie lo fanno in proporzione alla loro massa. Quindi più grandi sono, più calorie consumano. Risultato: mantengono anche sotto controllo il peso. Più si aumenta la massa muscolare o la si mantiene tonica, più calorie si bruciano e meno grassi si accumulano.
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