Si chiama Multiart la nuova app made in Italy che traduce in note le opere pittoriche di grandi artisti. Pensata per le persone con disabilità visiva, è già disponibile in 170 Paesi e in cinque lingue
L’arte è per tutti ed è senza barriere: grazie all’aiuto della tecnologia, anche chi ha una disabilità può “vedere” i quadri, le immagine, i disegni dei grandi artisti. O meglio, li può ascoltare: Multiart traduce in musica le opere d’arte visive, ma permette anche di costruire la propria opera multimediale, combinando immagini e suoni.
È italiana l’app Multiart
L’app è nata e cresciuta in Italia: firmata Fabio Rebuschi, è sviluppata in collaborazione con Mauro Maisel Zuliani e Igor Costanzo, oggi insieme nel collettivo The DouglaS MortimerS ed è già disponibile per iOS e Android in 170 Paesi e 5 lingue (italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo). Grazie a Multiart, le opere dei più grandi artisti, così come qualsiasi oggetto o immagine realizzato o ancora da realizzare, si trasformano in note e melodie grazie ai colori, grazie all’intelligenza artificiale addestrata da artisti e musicisti.
Come funziona
Multiart consente di catturare con la fotocamera dello smartphone un’immagine (un paesaggio, una foto, un ritratto, un oggetto, un’opera d’arte famosa) e trasformarla in musica, tramite un’associazione di colori e suoni. Così ora anche la Gioconda, la Nascita di Venere, La Notte Stellata e tutte le opere d’arte dei più grandi di sempre avranno voce propria e potranno essere “ascoltate”. Basta inquadrare l’immagine per attivare l’algoritmo che, in pochi secondi, elaborerà ogni singolo pixel per comporre una melodia originale, unica e irripetibile, con un potenziale di combinazioni nell’ordine dei triliardi. È in fase di implementazione la modalità “shuffle”: ovvero, la possibilità di riarrangiare e remixare la musica creata. Sarà così possibile ascoltare la Gioconda in versione rock, jazz o funk, sulla base della stessa melodia.
“La nostra app racconta l’umanesimo”
“Vogliamo prendere per mano un bambino non vedente e portarlo agli Uffizi, o in qualsiasi museo, e far sì che possa ascoltare l’arte per la prima volta – spiegano i The DouglaS MortimerS – L’obiettivo è rendere l’arte accessibile a tutti, democratizzando l’arte multimediale e rendendola interattiva per un pubblico globale. La nostra app racconta l’umanesimo digitale. Attraverso un codice di lettura multimediale universale vogliamo umanizzare il web, caduto ormai in mano a haters e nichilismo. Se la bellezza salverà il mondo, lo può fare anche attraverso una app che permetta alle persone di esprimersi, di esplorare l’arte in forma nuova, nel caso dei non vedenti finalmente di sentire ciò che fino ad oggi non era stato possibile vedere: il sorriso di un bambino che non vede è ciò che dà davvero un senso al nostro lavoro”.
Una “sinfonia” di artisti
Alla realizzazione della app hanno partecipato più di 50 artisti: tra questi, il maestro Edmondo Mosé Savio, direttore d’orchestra; Giuseppe Palma, sassofonista da più di 30 anni ; Miki Borchia, dj e producer di fama nazionale; Neeli Cherkovski, poeta americano; Caterina Borghi, pittrice mantovana. Il coordinamento della sezione musicale e dei rapporti con la Siae è di Massimo Mitola, dj e producer milanese dal 2014 nel team del Mazoom Lab.
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