Annoverato tra i mezzi di trasporto più sostenibili apprezzato per praticità e maneggevolezza nel tempo ha fatto emergere seri interrogativi in tema di sicurezza e cattiva gestione, tanto da imporsi tra i protagonisti della riforma del Codice della strada
La recente riforma del Codice della strada prevede una serie di modifiche normative che vanno a toccare importanti ambiti, tra i quali la guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, l’eccesso di velocità, la sosta vietata, l’uso di biciclette e veicoli destinati alla micromobilità elettrica, la regolamentazione degli autovelox, le restrizioni per i neopatentati, le multe in caso di uso del cellulare alla guida o di abbandono di animale in strada, ecc. Molteplici interventi, dunque, volti a incrementare ulteriormente la sicurezza sulle strade. In attesa che il processo di approvazione del relativo disegno di legge si concluda – nel momento in cui scriviamo è all’esame del Senato -, ci soffermiamo sulle novità introdotte in ambito di micro-mobilità elettrica, approfondendo in particolare uno dei temi ‘caldi’ oggetto di intervento: la regolamentazione del monopattino. Apparso sulle strade italiane ormai da qualche anno, si è diffuso piuttosto velocemente soprattutto nelle grandi città, guadagnandosi un ruolo da protagonista della mobilità ‘green’ al fianco di e-bike, hoverboard, segway ecc. e dando vita a un business dai grandi numeri, una vera “monopattinomania”. Nel tempo, però, le notizie di cronaca riguardanti incidenti, soste selvagge e utilizzo improprio del mezzo e degli spazi pubblici hanno reso necessario rivedere la relativa normativa, spingendo a realizzare gli interventi riportati di seguito.
I monopattini elettrici non possono essere messi in circolazione se privi di copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi prevista dall’articolo 2054 del Codice civile.
I proprietari dei veicoli sono tenuti a richiedere ed esporre in modo visibile l’apposito contrassegno identificativo (targa) e a comunicare tempestivamente eventuali cambi di residenza.
L’obbligo del casco protettivo, che deve essere conforme alle norme tecniche armonizzate UNI EN 1078 e UNI EN, non è più limitato ai soli minori ma viene esteso a tutti.
Il limite di velocità dei veicoli è fissato a 50 km orari e la circolazione degli stessi è consentita solo su strade urbane, escludendo così il transito nelle aree pedonali, piste ciclabili e percorsi ciclabili extraurbani. Severamente vietata anche la circolazione contromano e sui marciapiedi, e il trasporto di persone o cose.
Novità anche rispetto ai criteri di sosta. Viene vietata sui marciapiedi salvo che i singoli comuni individuino idonee aree – debitamente dotate di segnaletica – che consentano, però, la regolare e sicura circolazione dei pedoni. Tutte le altre aree di sosta possono essere prive di segnaletica purché le coordinate Gps della loro localizzazione siano consultabili sul sito internet istituzionale del comune interessato. Permane invece la possibilità di sostare negli stalli riservati ai velocipedi, ai ciclomotori e ai motoveicoli.
Coinvolti nella rivisitazione della normativa anche i gestori dei servizi di sharing, per i quali viene introdotto l’obbligo di installare sistemi automatici che impediscano il funzionamento dei monopattini al di fuori delle aree consentite.
Restano invece invariate le caratteristiche tecnico-costruttive già in essere che prevedono la marcatura CE, un motore elettrico di potenza nominale continua non superiore a 0,50 kW, un regolatore di velocità configurabile in funzione dei limiti previsti, segnalatore acustico e luminoso di svolta e di freno. Anche l’età minima per mettersi alla guida del mezzo resta fissata a 14 anni.
Molte città europee hanno intrapreso azioni più drastiche rispetto all’utilizzo di questi veicoli elettrici, prima fra tutte Parigi. Lo scorso anno, dopo un referendum popolare consultativo, la capitale francese ha imposto il divieto assoluto di utilizzo dei monopattini in libero accesso, costringendo i gestori di sharing a rimuoverli totalmente dalla città. Anche Madrid, sulla scia di Parigi, ha recentemente revocato le licenze alle tre società di noleggio cittadine.
Quanto proposto in Italia con la recente riforma potrà effettivamente contribuire a rendere più sicure le nostre strade? Ce lo auguriamo, nella speranza che buon senso, rispetto del prossimo e del bene comune guidino le azioni di un sempre maggior numero di persone.
© Riproduzione riservata