Uno studio giapponese sottolinea i rischi della guida in età anziana. Ma la mobilità sicura in terza età è anche un diritto da tutelare.
Nobuyuki Kawai dell’Università di Nagoya (Giappone) ha dimostrato con l’aiuto della neuroscienza che gli anziani spesso confondono freno e acceleratore. Al test hanno partecipato un gruppo di giovani studenti e uno di over 75 che, dietro precise istruzioni, premevano due gruppi di quattro pulsanti, uno azionato con le mani, l’altro con i piedi, simulando frenata e accelerazione. Il tutto mentre un apparecchio scansionava la loro attività cerebrale.
Se si confonde il freno con l’acceleratore
I ricercatori hanno così dimostrato che i partecipanti più anziani avevano tempi di reazione più lunghi, tempi di decisione più lenti e una maggiore attivazione cerebrale rispetto ai giovani. È tuttavia interessante notare che questo risultato è stato maggiormente riscontrato in alcune situazioni più impegnative, ad esempio quando le persone dovevano premere un pulsante in alto a sinistra con il piede destro.
Guidare con prudenza
La scienza dunque proverebbe che le persone anziane possono avere difficoltà in situazioni con un elevato carico cognitivo, come parcheggiare un veicolo in uno spazio ristretto. “Questo studio suggerisce che gli over non dovrebbero sentirsi troppo sicuri di sé alla guida”, raccomanda il professor Kawai. “Infatti, davanti ad un maggior carico cognitivo, come un parcheggio o un cambio di corsia, potrebbero insorgere problemi anche per un guidatore esperto. Soprattutto se il cervello è coinvolto in altre azioni, come parlare al telefono o con altri passeggeri”.
La mobilità sicura è un diritto
Il tema della mobilità sicura in terza età è particolarmente sentito in Giappone, dove circa 5.826.673 dei 26,18 milioni di over 70 sono in possesso di regolare patente di guida. Ma, in un mondo sempre più longevo, investe ormai tutti i paesi. Anzi, garantire una mobilità sicura in età avanzata è un vero e proprio “dovere sociale”, come dichiara anche Dekra (la società internazionale che si occupa di testing, ispezione e certificazione del settore automobilistico) nel report dedicato proprio all’argomento.
Anziani e incidenti stradali
Il focus sulla mobilità in età avanzata, infatti, dimostra come gli over siano i più a rischio di incidenti fatali, non solo come autori, ma più spesso come vittime, in particolare se pedoni o ciclisti. Come del resto testimonia l’indagine Istat del 2021. Se oggi il 29% delle vittime su strada in Europa sono anziani, si stima che nel 2050 tale percentuale salirà al 33%. E se è vero che i deficit cognitivi e fisici derivanti dall’invecchiamento sono i principali responsabili dell’innesco di situazioni di rischio potenzialmente lesive o mortali, occorrono strategie che riducano il potenziale di rischio, senza “derubare” l’anziano della patente.
La patente, simbolo di autonomia e indipendenza
Quest’ultima infatti assicura una mobilità autonoma in molti ambiti della vita, favorendo il dinamismo e il piacere di viaggiare, al punto che la sua perdita può provocare sintomi depressivi, un peggioramento della salute fisica e psicologica, a causa della diminuzione dei contatti sociali. Le misure da mettere in campo sono le più diverse ma tutte con un potenziale significativo nel campo della sicurezza, in particolare passati i 75 anni.
Strategie di sicurezza su strada
Si va da una formazione continuativa tramite corsi e seminari (come in Polonia e Germania), ai controlli psico-cognitivi obbligatori (come in Giappone). In Svizzera e Olanda i conducenti a partire dai 75 anni d’età devono sottoporsi ogni due anni a un controllo medico. Molto importanti sono poi le strategie personali, come aumentare la distanza di sicurezza, evitare di viaggiare nelle ore di punta o notturne, adottare uno stile di guida “difensivo”, magari con l’aiuto di istruttori esperti. Una proposta in Germania riguarda un test di autovalutazione con l’aiuto di un esperto di guida, in modo da riconoscere eventuali difficoltà e carenze cui provvedere.
Guida assistita: compensare gli errori con la tecnologia
Per assicurare una mobilità sicura in terza età, gli esperti sono favorevoli all’uso dei diversi sistemi di assistenza, utili del resto anche per proteggere gli anziani nelle vesti di pedoni e ciclisti. A tal fine suggeriscono l’acquisto di automobili dotate di sistemi ADAS in grado di assisterli alla guida, un po’ come già fanno, ad esempio, gli occhiali da vista. Sul mercato sono già disponibili la frenata automatica d’emergenza, i sensori di parcheggio, l’avviso di cambio corsia, il controllo della velocità e il riconoscimento automatico della segnaletica stradale. E il settore strizza l’occhio alla Silver economy.
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