La sanità di prossimità per qualcuno è ancora un miraggio. Il Nord continua a essere la meta preferita per le cure mediche di alto livello. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto in testa nei “viaggi della speranza”. Lazio e Campania in ripresa
Le regioni del Sud, Campania in testa, continuano a registrare un saldo negativo nella mobilità sanitaria, ovvero spendono più di quanto incassano. Questo perché molti pazienti, non potendo ricevere le cure necessarie vicino casa, si rivolgono a strutture sanitarie del Nord, aumentando il divario sanitario tra le due macroaree del Paese. Persiste dunque il fenomeno dei “viaggi della speranza”, soprattutto per chi ha bisogno di cure complesse. Questa tendenza è alla base dell’aumento di spesa, passata da 2,84 miliardi di euro nel 2019 a 2,88 miliardi nel 2023.
La mobilità sanitaria cambia pelle: meno ricoveri, ma costi più alti
Questi sono alcuni dei risultati del rapporto di Agenas, (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), appena pubblicato, riferiti ai dati del 2023. Nonostante la pandemia abbia causato una riduzione del fenomeno della mobilità sanitaria, già dalla seconda metà del 2020 si osserva una ripresa della tendenza. In particolare, si osserva come, sebbene il numero di ricoveri in mobilità sia diminuito (668.145 nel 2023 rispetto ai 707.811 del 2019), la spesa è passata da 2,84 miliardi di euro nel 2019 a 2,88 miliardi nel 2023. Ciò è da attribuire all’aumento della mobilità legata ai ricoveri complessi, che comportano trattamenti più costosi e specializzati.
Nord Italia: il polo d’attrazione per le protesi e le cure ortopediche
Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono le più ricercate dai pazienti italiani per le cure mediche, in particolare per le malattie osteoarticolari. Queste regioni eccellono nell’offerta di interventi specialistici su muscoli, ossa e articolazioni. Tuttavia, si rileva anche una mobilità significativa tra le regioni del Centro-Nord, soprattutto quelle di confine. In termini percentuali, il flusso migratorio è così suddiviso: 83,78% al Nord, 68,24% al Centro, e 27,22% al Sud. Le strutture ospedaliere maggiormente attrattive sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità.
Lazio e Campania in controtendenza
Toscana, Piemonte, Provincia autonoma Trento, e Molise. Il Sud Italia, tradizionalmente in svantaggio nella mobilità sanitaria, mostra però alcuni segnali incoraggianti. Tutte le altre sono in negativo e agli ultimi posti si trovano Calabria, Sicilia, Puglia e Liguria (tra le regioni del Nord è quella che sta peggio). Lazio e Campania, però, sono in miglioramento. La Campania, pur rimanendo la regione che spende di più per la mobilità passiva, sta incrementando i ricavi e diminuendo i costi. Il Lazio si sta avvicinando all’equilibrio, con un saldo negativo molto contenuto.
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