Quasi 2 milardi di euro. Per l’esattezza 1,83. È una cifra di tutto riguardo e si tratta del traffico di denaro che lo scorso anno, nel 2019, ha generato il cosiddetto mobile payment, ovvero la nuova generazione di pagamenti senza contanti. Usando, insomma, solo il proprio smartphone.
I dati sono quelli dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano. Nel 2019 la quota di chi ha usato lo smartphone per pagare in un esercizio commerciale è cresciuta del 244% rispetto al 2018.
La tecnologia NFC e quella account-to-account
Definiamole pure “due scuole di pensiero”. Per pagare con il proprio dispositivo infatti si può fare riferimento sia alla tecnologia Nfc, Near-field communication, che a quella account-to-account.
La prima consente a due device di connettersi tra loro mediante un sistema wireless. Così possono scambiarsi tra loro file toccandosi o trovandosi molto vicini l’uno all’altro. Si parla in questo caso di sistema bidirezionale a corto raggio. In genere funziona a una distanza massima di 10 cm.
Gli smartphone più recenti, con antenna Nfc, trasmettono il segnale per pagare quando vengono avvicinati al lettore Pos del negozio. Il servizio ovviamente si appoggia sulle carte di credito e sulle loro regole, anche se non tutte le carte di credito dispongono di tale servizio. Solo quelle che hanno stretto accordi con colossi come Google, Samsung o Apple.
Diverso il discorso per la tecnologia account-to-account. Qui si tratta di App collegate a un conto virtuale, che si può ricaricare con bonifico o carta. Questo permette di eseguire transazioni da e verso applicazioni uguali, ma bisogna scaricare e installare l’App che va abbinata al conto corrente. Per il commerciante non c’è Pos, l’App è sufficiente per eseguire le operazioni.
Da Apple passando per Google, sino a Samsung: pagare con il mobile payment
Ci sono diverse piattaforme per pagare con smartphone. Alcune però sono legate al tipo di dispositivo che utilizziamo. Come Apple Pay, ad esempio: funziona solo su iPhone, iPad e Apple Watch. Non necessita di un’App, ma bisogna associare la carta di credito o debito al wallet del dispositivo. Giusto per chiarire: il wallet è un’App già installata sugli iPhone che consente – tra le tante cose – di archiviare anche carte di credito, carte di debito, carte prepagate, etc. Si può usare nei negozi che accettano i pagamenti contactless e online. Si appoggia a molte carte, ma non tutte.
La risposta di Google per i sistemi Android è stata Google Pay. Funziona su dispositivi che montano il sistema operativo del “robottino” e sullo smartwatch Wear Os, con le carte Maestro, Mastercard o Visa delle banche con cui Google ha stretto accordi.
Anche il gigante coreano Samsung non è rimasto a guardare e ha realizzato Samsung Pay, un’App che si può scaricare su molti, ma non tutti, smartphone, tablet e smartwatch Samsung. Accetta carte Maestro, Visa, Mastercard e VPay emesse da una quindicina di banche convenzionate.
C’è poi chi, come gli smartwatch di Garmin e Fitbit, ha pensato di offrire sistemi di pagamento simili ai wallet di Apple, Samsung e Google. Si tratta di Garmin Pay e Fitbit Pay i cui servizi sono adottati da diverse banche.
Le risposte ai colossi della tecnologia
Fuori dal mondo dei colossi della tecnologia, troviamo Satispay. Diffusa nei piccoli negozi e in alcune catene di supermercati, consente pagamenti tra chi ha l’applicazione. Si appoggia ad un conto di pagamento precaricato, con tetto massimo di spesa.
Ma c’è anche Bill Pay, l’App di Sisalpay. Questa, proprio come la precedente, non è legata al circuito di una carta e presenta dei vantaggi nelle commissioni. Ma anche un limite: i punti vendita che l’accettano sono in numero inferiore.
Si può usare il conto corrente anche per pagare in modalità digitale nei negozi o online. È possibile grazie a Bancomat Pay: in genere si paga inquadrando con il telefonino, munito di un’App, il codice Qr generato da un Pos. Non tutti i negozi però accettano il Bancomat Pay, perché sono necessari un’altra convenzione e un altro tipo di Pos.
Per risparmiare impiegati agli sportelli e carta, persino la Pubblica Amministrazione ha fatto il grande passo con PagoPa. Questo sistema consente di pagare tasse e tributi attraverso diversi canali: banche, sportelli automatici, punti SisalPay e Lottomatica e anche applicazioni di mobile payment.
E non si poteva chiudere questa breve recensione senza accennare a PayPal, la popolarissima piattaforma per pagamenti digitali con oltre 300 milioni di utenti. Si tratta di un conto online, ricaricabile tramite bonifico o carta di credito, che poco tempo fa ha lanciato il suo servizio di mobile payment per negozi e supermercati. Fino a metà settembre senza commissioni.
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