La ricerca sul cervello ha una nuova protagonista in Europa, e parla italiano.
Il progetto Mnesys ha conquistato il primato di rete scientifica più estesa e avanzata del continente, triplicando i centri di ricerca coinvolti negli ultimi sei mesi. Con un focus su malattie neurodegenerative, disturbi del neurosviluppo e nuove tecnologie applicate alle neuroscienze, Mnesys rappresenta un enorme passo avanti nel settore.
Un network in crescita esponenziale
I numeri parlano chiaro: il progetto, avviato nel 2022 con un fondo di 115 milioni di euro stanziato dal Pnrr (Missione 4), ha visto crescere la sua rete da 25 enti fondatori a 90 istituzioni coinvolte. Tra queste figurano atenei pubblici e privati, istituti di ricerca, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e aziende, creando un ecosistema scientifico senza precedenti.
In soli sei mesi, Mnesys ha attratto oltre 200 giovani ricercatori, portando il totale a circa 800 scienziati impegnati nello sviluppo di test e terapie innovative per il sistema nervoso.
Le aree di studio: dall’Alzheimer alla bioingegneria
Le ricerche condotte all’interno di Mnesys spaziano su molteplici fronti, tra cui:
– Malattie neurodegenerative: individuare le cause alla base della difficoltà dei pazienti con Alzheimer e Parkinson nel riconoscere le espressioni facciali, fondamentali per la comunicazione.
– Cervelli in miniatura: sfruttare organoidi cerebrali derivati da cellule staminali per testare terapie innovative contro le demenze.
– Neurosviluppo nei neonati prematuri: esplorare il potenziale antiossidante di soia e olio d’oliva per prevenire disturbi neurologici.
– Approcci digitali e intelligenza artificiale: creare avatar digitali del cervello per simulare patologie neurologiche e ottimizzare i trattamenti.
– Biomarcatori innovativi: scoprire nuove proteine indicatori di malattie come la sclerosi multipla e nuovi bersagli terapeutici, come la proteina PCSK9, cruciale per il trattamento dell’Alzheimer.
L’Italia guida la ricerca in Europa
Come sottolineato da Antonio Uccelli, responsabile scientifico del progetto e direttore dell’Ospedale Policlinico San Martino, Mnesys è una vera “brain venture”, un’iniziativa corale che unisce le migliori istituzioni italiane nel campo delle neuroscienze. Enti di prestigio come l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il CNR di Roma, l’Università Sapienza e il San Raffaele di Milano sono tra i protagonisti di questa impresa.
“Oggi si stabilisce una tappa fondamentale per analizzare i traguardi raggiunti e per avviare le attività di trasferimento tecnologico che ne seguiranno”, ha dichiarato Enrico Castanini, presidente di Mnesys – L’obiettivo è chiaro: trasformare la ricerca in benefici concreti per la società, migliorando la qualità della vita grazie alle nuove tecnologie”.
Il futuro delle neuroscienze passa da Mnesys
Mnesys ha già prodotto oltre 600 pubblicazioni e attivato circa 300 progetti di ricerca, con 90 nuovi studi avviati dal giugno scorso grazie a finanziamenti mirati. La sua strategia è basata su un approccio multi-scala, che parte dallo studio delle molecole fino all’analisi delle interazioni sociali, integrando genetica, modelli animali e studi di popolazione.
Il progetto continua a espandersi, con nuove collaborazioni e obiettivi sempre più ambiziosi. Il futuro della ricerca sul cervello è già qui, e parla italiano.
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