Chi sono i Minori stranieri non accompagnati (MSNA)? Vanno a scuola? Dopo quanto tempo dall’arrivo in Italia entrano in un programma di apprendimento? In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, appena trascorsa, la Fondazione ISMU ETS ha presentato una ricerca unica in Italia.
Solo uno su cinque tra i minori stranieri non accompagnati (MSNA) giunti in Italia è integrato a scuola. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Settore Educazione di Fondazione ISMU ETS-Iniziative e Studi sulla Multietnicità. I risultati hanno permesso di ricostruire, per la prima volta, il quadro nazionale sulla presenza dei minori stranieri non accompagnati nel sistema scolastico-formativo e sulle pratiche di integrazione tra scuola e territorio.
I dati principali della ricerca
L’indagine è partita da uno studio conoscitivo sui MSNA e l’accesso all’istruzione. Quest’ultimo è stato effettuato su incarico del Ministero dell’Istruzione (2020/22), in collaborazione con la Direzione Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Divisione II), il Ministero dell’Interno e l’ANCI.
Le attività di ricerca si sono sviluppate dal 2020, usando tecniche quantitative e qualitative di rilevazione dei dati. Nella prima parte, realizzata nel 2020, è stato considerato un campione rappresentativo di 130 enti con strutture di prima e seconda accoglienza e di 1.399 MSNA a essi associati. La seconda fase del 2022 ha riguardato un campione di 149 enti e 2.000 MSNA a essi associati. I dati raccolti nelle due rilevazioni sono poi confluiti in un database unico comprendente 3.399 casi di MSNA, su cui sono state svolte successive analisi.
Chi sono gli MSNA e da dove provengono
Su 3.399 Minori stranieri non accompagnati censiti, i maschi rappresentano il 98,6% del campione. La componente numericamente più rilevante è composta da diciassettenni e neomaggiorenni (3/4 del campione), mentre i sedicenni sono pari al 18%. Quasi la metà del campione ha frequentato l’istruzione primaria (46%), il 28% l’istruzione secondaria e circa il 15% nessuna scolarizzazione (per l’8% la scolarizzazione non è nota e per il 3% è la scuola coranica).
Circa il 60% dei MSNA censiti parla almeno un’altra lingua oltre all’italiano, il 30% parla almeno due lingue straniere e il 7% tre lingue e più. Tra le lingue più parlate: arabo (1.194 sul totale del campione), albanese (546), bengalese (481), francese (407), inglese (385). Il 35% del campione proviene dal Nord Africa, con una netta predominanza di egiziani (774) e tunisini (351). Segue il continente asiatico (circa 1/4 del campione totale), soprattutto Bangladesh (548) e Pakistan (265). Circa il 20% è originario dell’Africa subsahariana, in particolare: Gambia (167) e Costa d’Avorio (100), seguiti da Guinea, Somalia, Mali, Senegal. Infine, il 17% circa arriva da Paesi dell’Est Europa, soprattutto dall’Albania (531), con una piccola quota di kosovari (53).
Condizioni nel Paese di origine e luoghi di accoglienza e inserimento in Italia
Nel Paese di provenienza, quasi la metà era studente; il 19% studenti-lavoratori (19% circa), il 13% lavoratori. Fra i MSNA provenienti da Paesi Europei predominano gli studenti. I lavoratori e gli studenti-lavoratori rappresentano, invece, il 35% circa dei MSNA originari di Africa e Asia. I giovani in condizione di NEET, cioè giovani che non studiavano né lavoravano già in patria, sono oltre il 20% fra i subsahariani e gli asiatici.
Circa 1/3 dei MSNA censiti è ospitato in un centro di prima accoglienza (CPIA), i restanti 2/3 vivono in strutture di seconda accoglienza. Il 21% è ospitato in strutture di accoglienza collocate in Sicilia. Segue la Lombardia, con quasi il 14%. Nel complesso, le più alte concentrazioni di MSNA si trovano al Sud o in Sicilia (42%) e nelle regioni del Nord-Ovest (31%).
Inseriti soprattutto in programmi di apprendimento dell’italiano
La quota maggiore di MSNA è inserita in corsi di alfabetizzazione linguistica in Italiano L2, cioè come lingua seconda, realizzati presso gli enti che li ospitano (per oltre il 45% del campione) o, in misura leggermente inferiore, presso i CPIA del territorio (40%). Nell’istruzione ordinaria, la presenza di MSNA è decisamente inferiore rispetto agli altri programmi di apprendimento considerati.
Il 67,9% dei MSNA ha concluso i programmi di apprendimento frequentati. Nel complesso, quasi 500 MSNA del campione hanno ottenuto attestati di certificazione dei corsi di lingua italiana frequentati e circa 300 hanno conseguito la licenza di terza media (soprattutto nei CPIA, ma anche nella scuola secondaria di primo grado).
Gli MSNA che provengono da Paesi europei hanno qualche vantaggio
Dallo studio emerge un vantaggio nell’accesso, tanto all’istruzione scolastica/formativa quanto ai CPIA, per i MSNA che provengono da Paesi europei. In particolare, a parità di condizioni, questi ultimi hanno il 50% in più di probabilità di accedere alla scuola o alla formazione professionale. Inoltre, si osserva uno svantaggio per i MSNA con provenienze asiatiche, soprattutto guardando l’accesso all’istruzione formale, anche se questo pare in larga parte dovuto ad altre caratteristiche composizionali di tale gruppo.
Solo un minore su cinque è integrato a scuola. 5,5 mesi, il tempo medio di inserimento
Tra i MSNA censiti, solo un minore su cinque è integrato nel sistema scolastico italiano (21%), ovvero in percorsi frequentati da coetanei nativi e che offrono la possibilità di acquisire un titolo di studio. Anche considerando i corsi di primo/secondo livello presso i CPIA, solo il 18% è in questa condizione. Non trascurabile (9%) è la quota di MSNA non coinvolti in alcuna tra le attività educativo-formative, risultando fuori da ogni tipo di programma di apprendimento.
Tra i minori che vengono inseriti in almeno un corso di studi e per cui sia nota la data di primo ingresso, il tempo medio di primo inserimento è di 5,5 mesi dall’arrivo. Metà dei minori viene inserita entro un mese dall’arrivo, mentre per arrivare al 75% dei MSNA inseriti bisogna attendere 8 mesi. A 24 mesi dall’arrivo, il 90% dei minori è stato inserito in almeno un corso. I tempi di inserimento, tuttavia, variano in base al tipo di formazione (alfabetizzazione, istruzione o formazione professionale), al contesto territoriale e a ulteriori fattori di fragilità nell’esperienza del minore, come la presenza di disabilità.
Il tempo medio di primo inserimento varia anche sulla base della collocazione geografica delle strutture di accoglienza in cui sono presenti i minori. Infine, l’inserimento è tanto più veloce quanto è maggiore l’età all’arrivo. In particolare: la metà dei ragazzi giunti in Italia a 17 anni è inserita in un qualunque programma di apprendimento entro un mese. Tale valore sale a due mesi per chi è arrivato a 16 anni e raddoppia per quelli arrivati a 15 anni. Tra i più giovani, entro 24 mesi solo il 50% è inserito in un percorso scolastico.
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