Secondo gli ultimi dati del Comitato Testamento Solidale, 6,3 milioni di italiani hanno un’attitudine positiva verso il lascito solidale. Mezzo milione di over 50 lo ha già predisposto, ma in generale in Italia resta forte la ritrosia verso l’idea di fare testamento.
In Italia, fare testamento resta un tema lontano per la maggioranza delle persone. Nel 2024, 7 italiani su 10 non lo considerano. La quota di coloro che sono contrari è stabile al 71% (contro il 72% nel 2023). Rimane anche invariato il 18% che ha già fatto testamento o intende farlo (era il 19% nel 2023). Il primo motivo per non fare testamento è la volontà che i beni vadano esclusivamente e in via diretta agli eredi legittimi (44%). Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca, condotta a giugno di quest’anno su un campione rappresentativo di italiani over 25.
Il valore del dono nel lascito solidale
Alla vigilia del 3 dicembre, giornata internazionale dedicata alla generosità, il Comitato Testamento Solidale ha proposto una riflessione sul tema. “Il testamento solidale è un dono che alimenta e rafforza il legame sociale”, ha spiegato l’antropologo Paolo Apolito, che sul tema ha collaborato con il Comitato in occasione della presentazione dell’ultima ricerca, Valori, donazioni e lasciti solidali realizzata da Walden Lab-Eumetra”.
“Dal Saggio sul dono che Marcel Mauss pubblicò negli anni Venti del Novecento gli antropologi hanno a lungo discusso e ridiscusso sul tema del dono. Tenendo sempre presente che il dono è un produttore di relazioni sociali, poiché richiama contraccambio e implica reciprocità. In altre parole il dono è inserito in una dinamica fruttuosa di scambio sociale. C’è la sua forma simmetrica e quella asimmetrica, esso può prevedere equilibrio, ma anche disequilibrio come forma simbolica di conflitto. In generale il dono non è mai del tutto un dono, conserva sempre la sua ‘coda’ di ritorno a casa, ritorno al donatore. Persino il dono totalmente gratuito, quello in cui il donatore non si aspetta niente in cambio, ha un suo ritorno-a-casa, poiché, come sottolinea il filosofo francese Derrida, l’autogratificazione del donatore è di per sé annullamento della gratuità totale. E non è un male, nel caso del testamento solidale: un sentimento ‘finale’ positivo di sé e per gli altri”.
Lascito solidale, in aumento la consapevolezza
La consapevolezza riguardo al lascito solidale è in aumento, con una crescita di 12% negli ultimi cinque anni. Nel 2024, l’84% degli over 50 sa cos’è un lascito testamentario a favore di cause benefiche (rispetto all’82% nel 2023, il 79% nel 2022, il 73% nel 2021 e il 72% nel 2020).
Attualmente, 6,3 milioni di italiani (ossia il 24% degli over 50) hanno un’attitudine positiva verso il lascito solidale. In particolare, il 2%, pari a oltre mezzo milione di persone, ha già inserito un lascito nel proprio testamento, mentre la percentuale di chi è aperto a questa possibilità è salita dal 19% al 22%, coinvolgendo oltre 5,7 milioni di persone.
Per il restante campione, il 30% è indeciso (35% nel 2023) e il 46% è sfavorevole (44% nel 2023). Quali dubbi o preoccupazioni potrebbero frenare nella decisione di fare un lascito testamentario a una organizzazione non profit? In primo luogo, il timore di sottrarre risorse al futuro degli eredi e il desiderio di dare loro più solidità possibile (37%) e la preoccupazione per la precarietà lavorativa di figli e nipoti (28%).
Fare testamento e timore della morte
“Sembrerebbe dai dati che sia ancora diffusa tra gli italiani l’idea che il lascito solidale toglierebbe qualcosa ai propri eredi diretti. Ma bisogna osservare che prima ancora che per il testamento solidale, è per il proprio testamento in generale che sembrano affiorare consistenti perplessità, dubbi, persino ostilità – ricorda il professor Apolito -. Allora, la preclusione verso il testamento solidale perché sottrarrebbe risorse ai propri familiari, potrebbe essere una copertura di una sorta di tabù del pensiero della propria morte. Cioè che non fare testamento sarebbe una forma elementare di esorcizzazione della morte. È un sospetto credibile, senza dubbio. Però io vorrei anche far presente che sono solo dieci anni circa che è nato il Comitato Testamento Solidale e che in dieci anni ha fatto passi da gigante nella percezione degli italiani. Il testamento solidale è poco agito dagli italiani anche perché è poco noto, e ogni anno si aggiunge tassello a tassello grazie alla penetrazione della comunicazione, che ha bisogno di tempo per intervenire nei vissuti valoriali degli italiani”.
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