Secondo un’indagine della Fondazione Onda, solo 5 donne su 100 ricorrono alla terapia ormonale sostitutiva. Questo perché la menopausa è considerata una fase naturale della vita; i farmaci sono considerati non indispensabili, anche per evitare possibili effetti collaterali o il tumore mammario. La medicina concorda?
Anche sulla menopausa le donne italiane scontano luoghi comuni e pregiudizi culturali. Lo confermano gli esiti dell’indagine “La menopausa nella vita delle donne” della Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Realizzata dall’Istituto di ricerca Elma Research con il contributo incondizionato di Theramex, l’indagine ha coinvolto 315 donne di età compresa tra 44 e 65 anni. Delle intervistate, il 54% si trovava in menopausa naturale, l’11% indotta. L’obiettivo è stato comprendere in che modo percepiscono e vivono questa stagione della vita. Se più di una donna su due affronta sintomi importanti dovuti alla menopausa, solo 5 su 100 ricorrono alla terapia ormonale sostitutiva; terapia che consente di alleviare e, in alcuni casi, prevenire i disturbi legati alla menopausa. Andiamo a scoprire perché.
Dobbiamo davvero rassegnarci alla menopausa?
“L’indagine ha evidenziato numerose barriere culturali che rendono più difficile affrontare questo momento particolare della vita della donna”, spiega Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda. Alla preoccupazione e a dubbi che accompagnano le donne in particolare nelle fasi preliminari alla menopausa, si sostituisce via via una “serena rassegnazione”.
Questo nonostante più della metà delle intervistate segnali di soffrire in modo moderato o addirittura grave dei disturbi legati alla menopausa: dalla diminuzione del desiderio e del piacere sessuale all’aumento di peso; dai dolori articolari e muscolari alle vampate di calore e sudorazione; dalla stanchezza e perdita di energia ai disturbi del sonno. Ma c’è di più: più del 20% soffre di osteoporosi, disturbi psicologici, fragilità di unghie e capelli, mal di testa. Alcuni di questi sintomi, in particolare disturbi del sonno e mal di testa, sono avvertiti già nel cosiddetto “climaterio”, ovvero il periodo che precede l’ingresso in menopausa, da più del 50% delle donne intervistate over 50. Dunque, perché non pensare ad una cura che faccia star meglio?
Le donne si dichiarano “molto informate” sul tema, ma 1 su 4 si sente sola
Le donne italiane dichiarano di essere molto informate sul tema della menopausa (84% delle intervistate), soprattutto a mano a mano che si avvicinano a questa fase della vita femminile. I principali canali di informazione sono le esperienze di amiche e familiari (71% dei casi) e il ginecologo (67%), seguiti dal web (53%) e dal medico di famiglia (36%). Ma il 37% delle donne intervistate racconta di aver avuto un impatto decisamente negativo, di essersi sentita sola nell’affrontare questo cambiamento e poco seguita a livello medico.
“Per questo – evidenzia ancora la Presidente di Fondazione Onda – è indispensabile supportare le donne con un’informazione adeguata su cosa dovranno aspettarsi dalla menopausa e anche su come potervi fare fronte per viverla al meglio. Il ginecologo e il medico di medicina generale hanno un ruolo fondamentale sia nel poter fornire un’informazione che sia chiara e non allarmistica sia nel favorire l’accesso alla terapia ormonale sostitutiva che, secondo l’indagine, viene proposta a 1 donna su 4”.
Per le donne che hanno avuto un consulto medico sull’argomento, l’impatto sul benessere fisico è stato affrontato spontaneamente dal dottore solo nel 15% dei casi, quello psicologico solo nel 9%; gli effetti sulla sfera sessuale nel 10% dei consulti, per scendere al 6% di medici attenti agli effetti sulla sfera relazionale e sociale. Addirittura, 1 donna su 4 intervistate non ha mai affrontato l’argomento con uno specialista.
La Terapia Alternativa Sostitutiva, questa sconosciuta
Complice un confronto in alcuni casi superficiale con le figure professionali di riferimento, a ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva è solo il 5% delle intervistate; ovvero 5 donne su 100. Invece, oltre il 50% delle donne non ricorre a nessun rimedio ai disturbi che avverte o, al massimo, assume integratori alimentari (27%) e prodotti erboristici (17%). Questo accade anche se l’80% delle donne dichiara di aver sentito parlare della terapia e una su 2 la ritiene un supporto per la menopausa. Del 25% di donne cui è stata proposta, solo il 7% l’ha accettata.
Ad incidere su questo scenario, sono proprio le barriere culturali di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo: il 36% delle donne considera la menopausa una fase naturale della vita. Una stagione che, per la metà delle interessate, non rende necessario assumere farmaci se non indispensabili (50%) per evitare effetti collaterali (44%).
La TOS e il rischio di ammalarsi di tumore: cosa dice la scienza
Il 31% delle intervistate ritiene che la TOS provochi il tumore mammario e il 17% ha comunque sentito o letto opinioni negative. Come ha evidenziato la Fondazione Veronesi in un articolo sul tema, “L’utilizzo prolungato della terapia ormonale sostitutiva da parte delle donne in menopausa influisce sul rischio di ammalarsi di tumore al seno. Ma l’esito di una revisione di studi pubblicata sulla rivista The Lancet conferma che le probabilità di ammalarsi risultano (di poco) più elevate fino a dieci anni dopo aver sospeso l’assunzione di ormoni”.
Inoltre, come sottolinea la stessa Fondazione Veronesi, il rischio è legato al tipo di farmaco e alla durata della terapia, da valutare caso per caso. Anche la Società Italiana Monopausa, nelle raccomandazioni sulla TOS, ha evidenziato la necessità di un’attenta valutazione medica rilevando che la terapia va prescritta solo alle donne che presentano sintomi, che un inizio precoce può ottimizzare il rapporto fra rischi e benefici e che nelle donne over 60 con sintomi “i benefici sono maggiori di qualsiasi ipotetico rischio”.
Personalizzare il tipo di terapia e la sua durata
“La ricerca ci sta mettendo a disposizione terapie molto sicure, a base di ormoni identici a quelli che la donna aveva prima di entrare in menopausa, per contrastare al meglio vampate, sudorazioni notturne e disturbi del sonno che hanno un impatto notevole sulla vita quotidiana ed il senso di benessere” ha spiegato Rossella Nappi, Professore di Ginecologia e Ostetricia e responsabile del centro della Menopausa ad alta complessità dell’IRCCS Policlinico San Matteo – Università degli Studi di Pavia, in occasione della pubblicazione dell’indagine della Fondazione Onda.
“In particolare, è importante sapere che oggi è possibile personalizzare il tipo e la durata della terapia; per ridurre al minimo gli eventuali rischi”. Rischi che “sono stati notevolmente ridimensionati da studi recenti”. Oltre a “ottenere numerosi benefici preventivi sul versante osseo, cardiovascolare e cognitivo in tutte le donne; soprattutto se in menopausa prima dei 50 anni”.
Non solo farmaci: per affrontare la menopausa è indispensabile uno stile di vita sano
I farmaci possono essere utili, ma non bastano. Ad evidenziarlo, Maria Grazia Carbonelli, Direttore UO Dietologia e Nutrizione, Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Roma. “Uno stile di vita sano con una corretta alimentazione ed una regolare attività fisica – ha spiegato a margine della diffusione dell’indagine – aiutano ad evitare le principali conseguenze nutrizionali legate alla menopausa. Le variazioni di peso; l’aumento del grasso viscerale con ripercussioni sulla glicemia e sul colesterolo; la ritenzione idrica; la stanchezza muscolare; l’osteoporosi: sono condizioni che possono avvalersi di una adeguata dietoterapia ed eventuale supplementazione con prodotti specifici per affrontare la menopausa al meglio. Consultare anche un medico dietologo oltre al ginecologo favorisce un approccio completo per la salute della donna in questa fase della vita”.
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