Ridurre il consumo di carne rossa lavorata può avere effetti positivi sul cuore, sull’ambiente e – probabilmente – anche sul cervello. Per i ricercatori infatti una porzione extra di carne rossa lavorata è responsabile di un invecchiamento cognito di oltre un anno e mezzo
La carne rossa è da tempo sotto i riflettori della scienza. Gli allevamenti intensivi (oltre a non tener conto del benessere animale) hanno un forte impatto ambientale e soffocano le piccole aziende agricole. È noto, poi, che il consumo di carni di bovini, maiali, agnelli e cavalli è legato ad un più alto fattore di rischio di diabete e malattie cardiovascolari. Un nuovo studio pubblicato su Neurology adesso ha scoperto che, soprattutto se lavorata, è anche responsabile dell’invecchiamento delle cellule cerebrali aumentando, così, il rischio di demenza.
Dieta e cervello: la carne rossa accelera l’invecchiamento cognitivo
La scoperta arriva dai ricercatori dell’Università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit) che hanno analizzato le abitudini alimentari di 133mila persone con un’età media di 49 anni, dal 1980 al 2018. Secondo lo studio, chi consumava circa 85 grammi in più di carni rosse lavorate (bacon, mortadella o hot dog) aveva il 13% di probabilità in più di sviluppare demenza di chi ne consumava meno di un decimo di porzione al giorno.
Un paio di fette di bacon possono invecchiare il cervello di 1,6 anni
La porzione calcolata è equivalente a un paio di fette di bacon, una fetta e mezza di mortadella o un hot dog. I ricercatori hanno anche scoperto che una porzione giornaliera extra di carne rossa lavorata era associata a un’accelerazione di 1,6 anni nell’invecchiamento del cervello. I metodi di studio sono osservazionali ma mostrano un legame tra i due fattori. Pertanto, come ha precisato il dott. Daniel Wang, coautore, sarà necessario approfondire l’indagine.
La dieta vegetale protegge il cervello
I ricercatori hanno anche scoperto che sostituire la carne rossa con fonti di proteine vegetali come noci e legumi è associato a un rischio inferiore del 19% di demenza e 1,37 anni in meno di invecchiamento cognitivo, In un comunicato lo stesso Wang ha aggiunto: “Le linee guida per la dieta si concentrano sulla riduzione del rischio di malattie croniche come quelle cardiache e il diabete. Si parla molto meno di salute cognitiva, malgrado una correlazione con la carne rossa ci sia. Speriamo che i risultati conducano ad una maggiore considerazione del nesso tra alimentazione e cervello”.
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