Spesso rimettersi a studiare può coincidere con un nuovo progetto di vita, ma durante la terza età può anche aiutare a mantenere il cervello attivo e a contrastarne l’invecchiamento. Come funziona allora la memoria in questa fase dell’esistenza? E come possiamo continuare ad apprendere con successo? Il secondo webinar con il Prof. Marco Trabucchi, all’interno della nuova stagione di Zoom – I webinar di Spazio50, si è svolto sui temi della memoria e dell’apprendimento.
Talvolta i media ci fanno sapere che un certo anziano ha collezionato tre lauree universitarie o che un 95enne ha conquistato la sua prima laurea. Sono notizie piacevoli, intrinsecamente portatrici di un messaggio positivo sulle possibilità offerte dalla vita ad ogni età. Invecchiare non è una malattia, quindi, ma un modo per esplicare, in modo sempre diverso, la propria capacità di essere significativi per noi stessi e per gli altri. Laurearsi a 95 anni testimonia un grande amore per la vita e una grande capacità di realizzare i propri sogni. E, talvolta, anche il desiderio di insegnare agli altri la ricchezza dell’esperienza umana.
L’indifferenza: la peggior nemica di memoria e apprendimento
Su questo filone che riguarda le “possibilità” dell’esistenza umana a qualsiasi età si inseriscono i webinar di 50&Più. Una prima osservazione ci porta a considerare che non solo gli anziani hanno problemi di apprendimento e di memoria; è importante, però, definire le condizioni che rendono difficile a tutte le età l’esplicazione di queste caratteristiche fondamentali. Sono in gioco l’attenzione, la concentrazione, l’interesse. Quanto George Bernard Show scrisse “Il peggior peccato verso i nostri simili non è odiarli, ma essere indifferenti” potrebbe essere così trasformata: “L’indifferenza è il peggior peccato verso se stessi, perché priva l’individuo di un’interazione indispensabile per costruire e difendere il proprio benessere”.
Difficile ricordare quando ci si sente inadeguati
Una seconda considerazione utile per comprendere il rapporto della singola persona con la propria capacità di comprendere e di ricordare riguarda in generale quando questa si sente in una condizione di inadeguatezza verso i propri compiti sociali. In questi casi può essere utile il ricorso al medico, per ricevere una spiegazione e indicazioni utili per affrontare e superare il disagio psicologico che carica la vita di un peso angosciante. Si deve, infatti, evitare il rischio che condizioni di irrilevante significato possano aggravare lo stato di disagio, instaurando un circolo vizioso che rende faticosa la vita a tutte le età, ma in particolare in quelle più avanzate.
Nove consigli per coltivare memoria e apprendimento
Anche se i decaloghi sono spesso generici e poco utili al singolo individuo che vuole difendere la propria specificità e originalità di comportamento, indico alcuni atteggiamenti che possono essere adottati da chi sceglie di vivere fino in fondo le possibilità e le potenzialità offerte dagli anni. Il tempo che ciascuno ha davanti non è misurabile in termini qualitativi, a nessuna età; l’aderire, quindi, a queste indicazioni è un atto di libertà verso sé stessi, perché non ci poniamo un traguardo temporale, ma compiamo un gesto di fiducia nelle nostre soggettive potenzialità.
Di seguito riassumo alcuni punti utili per conservare le capacità di apprendere e di ricordare, come indicati da studi di popolazione e dall’esperienza diretta delle persone che vivono nel tempo che scorre.
- Non essere pessimisti sul presente e sul futuro. Chi non vive la speranza non può cambiare nulla nella propria vita, perché è dominato dal dolore e dalle difficoltà del presente;
- Utilizzare tutti i sensi (udito, vista, tatto, gusto, odorato) nella vita di ogni giorno. Quando vi è un deficit è doveroso provvedere con protesi adeguate. L’esperienza delle persone che, a causa del Covid-19 hanno perso, per un periodo più o meno prolungato, il gusto e l’odorato narra di una grave limitazione soggettiva, che allontana dal mondo in modo più grave di quanto gli stessi interessati avessero temuto;
- È necessario leggere, scrivere, guardare la vita e ascoltarne i “rumori” con avidità curiosa. Bisogna porsi verso ciò che è vecchio e nuovo senza pregiudizi critici o moralistici. Ogni tempo ha la sua storia che va vissuta fino in fondo;
- Controllare gli stress che interagiscono con la vita normale e le sue potenzialità. Talvolta è un compito difficile, ma è necessario perché interferisce con il desiderio e la possibilità di capire e di apprendere; costituisce, infatti, una barriera all’ingresso di informazioni utili per costruire il domani;
- Occuparsi degli altri con generosità. Avendo chiaro che l’amore è un mezzo indispensabile per conoscere e comprendere in profondità la realtà umana e le cose che ci circondano. Una persona profondamente amata è ricordata più facilmente. Quindi, il supporto offerto a chi è in difficoltà, in famiglia o in altri ambienti, deve essere offerto con lievità e intensità, senza nulla pretendere in cambio. Il solo atto di donare produce risultati positivi sul proprio benessere e sulle proprie funzioni esecutive;
- È necessario imporsi di vivere con determinazione nelle profondità del proprio mondo. Senza timori, ritrosie, pensieri negativi. A tal fine è anche doveroso imporsi di sopportare eventuali fatiche, frustrazioni, offese, che talvolta vengono anche da persone vicine;
- Oggi il vivere immersi nel mondo impone di imparare le nuove tecnologie per la comunicazione, strumenti indispensabili per vivere in modo attivo nella comunità;
- Dedicare tempo alle proprie personali inclinazioni o desideri. La generosità verso sé stessi è altrettanto importante di quella verso gli altri. Talvolta è utile dedicare tempo al gioco, come, ad esempio, quello delle carte, perché fonte di relazioni, di attivazione cognitiva, di benessere in generale;
- Dedicare tempo all’attività fisica, in modo proporzionale al proprio stato di salute. È sempre importante per garantire a sé stessi un futuro “possibile”, che sia caratterizzato da una condizione di libertà sul piano fisico e psicosociale. In questo modo la persona ad ogni età esercita la propria centralità nelle diverse comunità dove si trova; non è mai “un ospite”, ma un individuo che mette a disposizione cultura ed esperienza per il bene comune, ricevendone altrettanti vantaggi.
© Riproduzione riservata