Ognuno di noi ha una storia che merita di essere raccontata. Ed è ciò che si propone di fare Memoràmia, progetto nato dieci anni fa.
La vita in un libro
«Immaginate di essere a una festa, una sera d’estate. È il cinquantesimo compleanno di Monica e sta per tagliare la torta, tutti gli invitati le sono vicini e qualcuno le allunga un pacchetto. C’è una strana esitazione intorno: aspettano tutti che lei apra il regalo». Inizia così il racconto di Anna Ghiotti, fondatrice di Memoràmia. «Monica strappa la carta e ciò che vede è un grande libro colorato. Non capisce di cosa si tratti, ma piano piano realizza che quelle pagine parlano di lei. Impressi sulla carta ci sono il suo passato e il suo presente. Ogni foglio è composto dalle testimonianze delle persone che la conoscono, che hanno vissuto con lei momenti significativi o che l’hanno accompagnata nel cammino di ogni giorno. È un’emozione grandissima: stupore, meraviglia». È quello che Anna Ghiotti chiama “effetto ossitocina” in riferimento a quell’ormone, rilasciato durante la gravidanza, che lega una madre al suo bambino. Ma è un effetto che accade anche nelle relazioni tra adulti e in momenti come quello vissuto da Monica.
La nascita di Memoràmia
«Memoràmia è nata così, basandosi sull’idea del dono e dell’importanza delle relazioni. La nostra storia è iniziata in una grigia mattina d’inverno. Con la mia amica Rosy, davanti ad un caffè, si parlava delle rispettive situazioni lavorative e della voglia di cambiare», continua. «Una volta arrivata a casa ho letto un articolo che parlava di una professione molto in voga in America e lì ho avuto l’illuminazione». Li chiamano personal historian. Persone capaci di accompagnare i clienti nella realizzazione di un’autobiografia partendo da interviste, sfogliando foto e ricordi, allegando lettere.
Un gesto d’amore
Così, nel 2010, Anna Ghiotti ha arruolato un gruppo di amiche e insieme si sono messe all’opera creando numerose raccolte di ricordi. «Molte persone iniziano questo percorso su invito dei figli o dei nipoti e la prima cosa che affermano è: “La mia vita non ha nulla di speciale!”», dice. «Poi cambiano idea quando iniziano a raccontarsi e rivivono alcuni nodi centrali della loro vita e, a volte, danno nuovi significati ai vissuti, alle scelte. Io credo molto nel potere delle storie. La scrittura autobiografica è una straordinaria forma di cura di sé come lo può essere leggere le storie degli altri. Il nostro desiderio è quello di preservare Memoràmia come un servizio da regalare: vogliamo che siano i figli e i nipoti a pensarlo per i nonni o i genitori, che sia un compagno o un amico a immaginarlo per qualcun altro».
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