Secondo un confronto tra indagini condotte in sei Paesi Europei cresce l’interesse dei medici verso l’Intelligenza Artificiale. Ma crescono anche percezioni diverse e perplessità rispetto al suo impatto sulla pratica clinica. Solo 1 medico su 10 dichiara di sentirsi già molto preparato sul tema.
Bene, ma non benissimo si potrebbe dire. Lo sbarco dell’Intelligenza Artificiale a supporto dei medici desta interesse ma anche molte perplessità. È quanto emerge da un’indagine “confronto” su un campione di 5.355 medici in sei Paesi Europei – Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito -, che ha analizzato la percezione della classe medica rispetto all’uso dell’Intelligenza artificiale.
Sono emerse numerose analogie tra Paesi ma anche alcune specificità. Il confronto è stato condotto da Univadis Medscape, portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione per la classe medica in diversi Paesi. Cresce l’interesse generale nei confronti dell’Intelligenza Artificiale in questo settore, ma appaiono percezioni differenti rispetto alle specifiche applicazioni di queste tecnologie nella pratica clinica.
Medici italiani, i più scettici nell’uso dei chatbot che forniscono consigli
La ricerca ha rilevato un dato piuttosto significativo per quanto riguarda l’uso dell’IA nella cura diretta dei pazienti, per esempio attraverso chatbot che forniscono consigli. I medici italiani (62%) risultano essere i più scettici rispetto al suo utilizzo in questo campo, seguiti dai tedeschi (58%) e dai francesi (56%).
Anche in termini di prospettive future per le applicazioni che usano l’IA, tra i professionisti italiani prevale una posizione più neutrale e attendista (40%) rispetto a quanto emerge tra i colleghi portoghesi (54%), inglesi (50%) e spagnoli (46%). Questi ultimi, al contrario, si dichiarano entusiasti sul futuro di queste tecnologie.
A prescindere dalla percezione attuale, però, la quasi totalità dei medici intervistati (95%) ritiene importante approfondire le proprie conoscenze sull’IA e le sue applicazioni in campo medico. Solo 1 medico su 10, infatti, dichiara di sentirsi già molto preparato su questi temi.
La radiologia e Intelligenza Artificiale, un impatto positivo per la maggioranza dei medici
Tra gli ambiti in cui l’intelligenza artificiale ha già dimostrato di poter avere un impatto positivo nella pratica clinica, la radiologia è al primo posto secondo la maggioranza dei medici intervistati, seguita dalla medicina generale per inglesi, portoghesi e spagnoli.
Gli italiani si dichiarano invece molto favorevoli all’adozione dell’IA in ambito amministrativo e di archiviazione dei documenti (77%) e risultano essere anche i più ottimisti rispetto alla possibilità di ridurre i casi di malasanità (64%) e di errori medici (63%) attraverso l’uso dell’IA, seguiti dai medici spagnoli (61%) e portoghesi (57%). Al contrario, i medici del Regno Unito ritengono che l’uso di queste nuove tecnologie potrà aumentare la malpractice (40%) e il rischio di errore medico (31%).
Tutti d’accordo sulla necessità di una normativa che regoli l’IA in ambito sanitario
Quello che invece sembra raccogliere un consenso trasversale in tutti i Paesi è l’aspetto regolatorio. Il 93% dei medici intervistati in Spagna, il 91% in Portogallo, l’88% in Germania e Italia e l’82% in Francia concordano sulla necessità di definire una normativa specifica che regoli l’uso dell’IA in ambito sanitario.
Le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale (IA) in campo medico sono sempre più numerose e oggetto di studi volti a comprenderne benefici, rischi e potenzialità nei diversi ambiti di utilizzo. Se gli studi sono importanti per confermarne sicurezza e affidabilità, un ruolo fondamentale nel processo di implementazione dell’IA nella pratica clinica lo gioca il medico, con il suo grado di fiducia e accettazione di queste nuove tecnologie.
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