La crisi (annunciata) dei medici di famiglia: il 52% è sovraccarico di assistiti e 7.300 andranno in pensione entro il 2027. Carenze, pensionamenti, pochi giovani e anziani in aumento mettono a dura prova la sanità di base. I dati del rapporto Gimbe sul mancato ricambio generazionale
“I medici di famiglia sono a rischio estinzione”, così inizia il rapporto Gimbe sulla sanità di base. Ne mancano oltre 5.500, il 52% è sovraccarico di assistiti, 7.300 andranno in pensione entro il 2027. Sempre meno giovani scelgono la professione: nel 2024 non assegnate il 15% delle borse di studio, con punte di oltre il 40% in 6 Regioni. E l’invecchiamento della popolazione aumenta i bisogni di assistenza: over 80 triplicati in 40 anni. Medici di famiglia dipendenti del SSN? Una riforma annunciata senza alcuna valutazione d’impatto.
Numeri allarmanti
Il quadro è preoccupante. Mancano oltre 5.500 medici di medicina generale (MMG) e sempre più cittadini faticano a trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle grandi Regioni. A fronte di migliaia di pensionamenti, il numero di giovani medici che scelgono questa professione continua a diminuire. Con una popolazione sempre più anziana e malata: nel 2023 gli over 65 erano oltre 14,2 milioni, di cui più della metà affetti da due o più malattie croniche. Intanto, la politica propone la dipendenza dei medici di famiglia come soluzione, senza alcuna valutazione d’impatto economico, contributivo, organizzativo e professionale.
Un sistema in affanno
Ogni cittadino iscritto al SSN ha diritto a un medico di famiglia per accedere a servizi e prestazioni inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il MMG non è un dipendente del SSN, ma lavora in convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale (ASL). «L’allarme sulla carenza dei MMG – afferma Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione GIMBE – riguarda ormai tutte le Regioni e affonda le radici in una programmazione inadeguata, che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Negli ultimi anni poi la professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un MMG vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili».
Tra carenze e pensionamenti, il futuro incerto dei medici di famiglia
Gimbe rimarca gli errori di programmazione e le politiche sindacali che hanno inizialmente determinato la progressiva carenza di medici di famiglia, impedendo di bilanciare pensionamenti attesi e numero di borse di studio. Nel tempo, la professione è diventata sempre meno attrattiva per i giovani, che non solo abbandonano in itinere il corso di formazione, ma sempre più spesso non partecipano nemmeno al bando. In questo contesto, le soluzioni adottate si sono rivelate insufficienti, perché non hanno risolto il problema alla radice: innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni, deroghe sull’aumento del massimale, e possibilità per gli iscritti al Corso di Formazione in Medicina Generale di acquisire sino a 1.000 assistiti.
La maggioranza di over 65 soffre di pluripatologie
Intanto, afferma Cartabellotta, la popolazione over 65 è quasi raddoppiata, passando dal 12,9% nel 1984 al 24% nel 2024. Mentre gli over 80 hanno visto un incremento ancora più marcato, triplicando la loro presenza. Le previsioni ISTAT per il 2034 confermano questa tendenza, quando gli over 65 rappresenteranno il 29,4% della popolazione (17,04 milioni) e gli over 80 saliranno al 9,1% (5,28 milioni). Inoltre, l’indagine ISTAT sullo stato di salute della popolazione rivela che, nel 2023, 11,1 milioni di over 65 (77,6%) erano affetti da almeno una malattia cronica, di cui 7,8 milioni (54,5%) con due o più cronicità
Gimbe: massimale di assistiti oggi insostenibile
Di conseguenza, calcola la Fondazione, il massimale di 1.500 assistiti per MMG, adeguato nel 1984 rispetto alla distribuzione demografica, risulta oggi insostenibile. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche richiedono maggiori risorse clinico-assistenziali, gravando sui MMG con un carico di lavoro sempre più elevato e impattando negativamente sulla qualità dell’assistenza.
Il divario tra domanda e offerte
Sempre più medici si ritirano prima dei 70 anni e, soprattutto, sta aumentando il divario tra borse finanziate e iscritti che completano il ciclo formativo. Un gap legato da un lato alla mancata partecipazione al concorso, con il 15% delle borse non assegnate nel 2024. Dall’altro agli abbandoni durante il percorso formativo, che coinvolgono almeno il 20% degli iscritti. Dati alla mano, anche se tutti i medici di famiglia andassero in pensione a 70 anni e tutte le borse di studio finanziate tra il 2021 e il 2024 fossero completate, nel 2027 le nuove leve non coprirebbero i pensionamenti attesi.
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