La Sardegna è famosa nel mondo per le sue splendide spiagge. La piccola isola di Budelli, con una superficie di appena 1,60 km quadrati, è una delle mete più ambite degli amanti del mare. Nota per la trasparenza delle sue acque e per la particolarità della sua sabbia rosa, è recentemente divenuta parte del Parco Naturale della Maddalena. Per raggiungerla è necessario chiedere il permesso all’amministrazione dell’Ente e tenere conto dei numerosi divieti che riguardano la balneazione e la salvaguardia ambientale. L’isola è da sempre disabitata, eccetto che per la presenza del suo unico “custode”, l’ottantunenne Mauro Morandi. Che ora, però, rischia lo sfratto.
Un eremita “abusivo”
Dal 1989 Mauro Morandi è l’unico punto di riferimento per i pochi turisti autorizzati a sbarcare sull’isola. Oggi però teme di doverla lasciare per sempre. Infatti, secondo l’ordinanza di sfratto che lo ha raggiunto, è considerato a tutti gli effetti “un inquilino senza alcun titolo”. C’è da dire che prima di diventare oasi protetta, Budelli è appartenuta a ricchi proprietari stranieri che hanno tentato di farne un parco marino o un resort di lusso. E solo grazie all’esercizio di prelazione esercitato dall’Ente Parco, questo paradiso è sfuggito alla fitta rete della blue economy.
Mauro ha sempre lavorato per i precedenti proprietari, ma ora le cose sono cambiate. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena ha infatti dichiarato di voler rimuovere tutti gli abusi edilizi dell’area entro fine 2020. Tra questi anche la casetta del guardiano, che dovrà divenire un osservatorio ambientale. Della vicenda si sono occupate persino varie emittenti internazionali, come la CNN. E la figura di Mauro comincia quasi ad essere avvolta dalla leggenda.
Un Robinson Crusoe tutto italiano
Mauro Morandi è un ex insegnante di educazione fisica di origini modenesi. Un giorno del 1989 decide di navigare in catamarano fino alla Polinesia, ma – fatte poche miglia – la barca ha un’avaria. L’approdo di emergenza a Budelli diventa per lui l’inizio di una nuova vita. Conosce il vecchio guardiano, stanco di quella esistenza, fatta di solitudine d’inverno e folle di turisti estivi. Allora decide di prenderne il posto, divenendo così l’unica presenza umana sull’isola: eremita, custode e guardiano. Per 31 anni. Senza mai annoiarsi. Per lui il lockdown è una parola priva di significato. La sua vita è fatta di albe e tramonti che posta sui profili web. Non c’è bisogno di molto per vivere in mezzo la mare. Come un moderno Robinson Crusoe, per tutti questi anni si tiene lontano dalla “civiltà”.
Regole ristrette per la tutela dell’ambiente
Una petizione a suo favore nel 2017 ha raccolto 18.000 firme, ma lo Stato sembra essere inamovibile. Oltretutto con i nuovi sistemi di telecamere, secondo il Parco, un custode non avrà più motivo di esistere. «Temo che se io non ci sarò, sarà anche la fine di Budelli», ha replicato però Morandi.
In effetti sul suo profilo Facebook sono documentati tutti gli atti di inciviltà compiuti dai turisti, in aperta violazione alle strette regole del Parco per la tutela dell’ambiente. Da questa estate, infatti, è vietato poggiare ombrelloni, tende o zaini sulla celebre sabbia rosa ed è proibito anche appendere borse di qualunque tipo sugli arbusti. Non solo. È vietato persino allontanarsi nella macchia mediterranea per più di 30 metri dalla riva. E guai a portar via anche un solo granello di sabbia, depositato per sbaglio sulla pelle o sugli abiti. Ma ciò nonostante si moltiplicano gli atti vandalici, a partire dagli sbarchi illegali fino alla distruzione delle recinzioni. Difficile evitarli in futuro con delle semplici telecamere.
Una nuova petizione
La storia dell’eremita di Budelli appassiona questa estate rovente. La mobilitazione popolare ha portato ad una seconda raccolta di firme, che ha già raggiunto migliaia di adesioni. «Sono pronto a fare tutto il possibile per rimanere qui – ha dichiarato ai giornali – anche se ciò significa che dovranno trascinarmi via. Non saprei dove altro andare a vivere, né cosa fare. Questa è la mia vita. Semplicemente non mi vedo a giocare a carte o a bocce».
Ultimamente la Dirigenza dell’Ente ha mostrato qualche segnale di apertura. Il direttore Fabrizio Fonnesu promette: «A gennaio dovremo chiedergli andarsene, vedremo di trovare con lui forme di collaborazione in futuro». Ma chissà se sarà possibile. Tra chi lo descrive come un semplice occupante abusivo e chi è affascinato dalla sua figura romantica di bon sauvage, una cosa è certa: Mauro non sarà un pensionato come tanti. Difficile non tifare per lui, che ha trovato qui la sua Polinesia.
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