Campione olimpico, mondiale ed europeo, la sua carriera è un tripudio di medaglie. L’ex nuotatore si racconta tra successi e progetti
Massimiliano Rosolino ha vinto tre ori olimpici – 100 e 200 metri a Sydney nel 2000 e 100 metri ad Atene nel 2004 – e, tra il 1995 e il 2008, è stato quattordici volte campione europeo. La sua vita, oggi, si divide tra la passione per lo sport e il triathlon, il cinema, la televisione e la famiglia. L’ex campione napoletano – durante la partecipazione alla trasmissione televisiva ‘Ballando con le stelle’ – incontra la ballerina russa Natalia Titova: è lì, sul palcoscenico della Rai, che si accende la scintilla e nasce l’amore. Padre di due bambine, Rosolino sposa temi importanti, tra cui la sostenibilità ambientale, e incarna i valori nobili dello sport che gli fanno conquistare il Premio Internazionale Fair Play Menarini. Lo abbiamo incontrato.
Massimiliano, quando scopre la passione per il nuoto?
Con la passione per il nuoto ci sono nato. Già da piccolo, con maschera e occhialini, facevo le apnee nella vasca. A sei anni, poi, mi sono iscritto alla scuola di nuoto, come tanti bambini fanno a quell’età e da allora non mi sono più fermato.
Campione olimpico, mondiale ed europeo. Qual è il segreto di questi successi?
La curiosità e il desiderio di non volersi mai accontentare, credo si racchiuda in questo il segreto di ogni campione.
Il medagliere in casa Rosolino conta tante vittorie. Ce n’è una a cui è particolarmente legato?
Sì, ci sono tante medaglie, è vero. E ci sono anche tante medaglie che non sono d’oro, ma hanno un grandissimo valore perché dimostrano quanto sia forte l’attaccamento allo sport e alla passione per il nuoto. Perché è fin troppo facile amare qualcosa se si vince, ma l’amore deve manifestarsi soprattutto quando la sfida è più dura. È da questo che si trae la forza per continuare a perseguire gli obiettivi.
Mens sana in corpore sano. È una teoria che sostiene?
Assolutamente sì. Mente e corpo viaggiano all’unisono. Lo sport infonde positività e ci consente di affrontare con l’umore giusto anche i pensieri negativi.
Non solo nuotatore, anche runner. Come nasce la passione per la corsa?
Quando ho smesso di gareggiare, ho sempre cercato di tenermi in forma, in primis nuotando. Ho, poi, scoperto per caso il triathlon (sport multidisciplinare individuale ndr) e ho capito che la corsa è il mio ‘tallone di Achille’. Da quando l’ho scoperta, non l’ho più lasciata. Ho iniziato a correre i dieci chilometri e ho partecipato, tra le altre cose, alla maratona di Londra. Per fortuna, riesco a correre ovunque mi trovi, anche durante gli impegni lavorativi.
Da sportivo a personaggio televisivo, con una parentesi al cinema per ‘Ultima gara’. Che rapporto ha con la tv?
Da anni spazio dal varietà alla fiction e alla prima serata. Fare televisione, tuttavia, non può essere un lavoro continuo. Nonostante le belle esperienze, non so se la televisione farà parte del mio futuro perché non è come lo sport. Mi spiego meglio, nello sport più ti alleni e più diventi bravo, in tv non è così. Però, devo dire, che lavorare in televisione ti dà la dimestichezza giusta per affrontare ogni situazione e quando partecipo a eventi mi piace ricreare le aspettative proprie della tv.
Tra i lavori televisivi più recenti c’è ‘Energie in viaggio’. Com’è stata questa esperienza?
Un’esperienza meravigliosa. Ed è stata anche motivo di orgoglio perché, durante le tappe nelle varie città, ho toccato con mano quanto l’Italia sia stata lungimirante sulle energie rinnovabili. Bisogna continuare a promuovere la sostenibilità ambientale.
Altri progetti in cantiere?
Ci sono tanti progetti in cantiere, che porterò avanti con impegno e dedizione.
La tv le ha fatto incontrare Natalia Titova e con lei ha creato la sua famiglia. Che papà è Massimiliano Rosolino?
Non dovrei dirlo io ma credo di essere un papà abbastanza divertente anche se mia figlia, qualche giorno fa, mi ha detto: «Non hai mai tempo per noi». In realtà i bambini vogliono sempre di più. Io cerco di insegnare loro ad affrontare anche le giornate negative e ad apprezzare le sconfitte.
Da circa trent’anni, migliaia di over 50 si sfidano durante le Olimpiadi 50&Più. Che consiglio dà a chi non vede nell’età un limite alla sana competizione?
La pratica sportiva è assolutamente necessaria anche se non si è stati atleti nella vita. Bisogna abituarsi a dedicare un’ora al giorno allo sport perché questa routine quotidiana ci consente di vivere e di affrontare la giornata in maniera diversa, insomma, ci dà la carica. Il consiglio che mi sento di dare è quello di non cercare di strafare ma, allo stesso tempo, di non avere paura di gareggiare anche se non si è in forma. Lo sport, ricordiamolo, è il nostro minimo comune denominatore.
Sport, cinema e televisione. Cosa manca ancora nel curriculum di Rosolino?
Fare ancora belle esperienze e con educazione e dedizione spaziare in altri ambiti, perché nella vita è importante migliorarsi sempre.
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