«Sicuramente a molti colpirà vedere una monaca, una religiosa, parlare di traffici illeciti. Di traffico di umani». Inizia così il discorso di suor Martha Pelloni alla conferenza tenuta per TED: «Ma non è difficile immaginare perché lo faccio. Molti anni fa, quando iniziai la mia carriera da educatrice, scoprii che i diritti umani sono le fondamenta di tutti i valori professati dalla religione».
La “suora femminista”
Su quel palco Martha Pelloni ha raccontato la sua lotta contro la criminalità invisibile dell’Argentina come il narcotraffico e la prostituzione. Una battaglia che ha sentito vicina da settembre del 1990. Proprio in quell’anno, infatti, mentre era rettrice di una scuola nella provincia argentina di Catamarca, una delle sue studentesse è stata vittima di violenza e di un brutale omicidio. María Soledad Morales, all’età di 18 anni, è stata ritrovata morta dopo tre giorni dalla scomparsa, a 7 km da casa sua. Un caso che ha sconvolto l’intera Argentina per il continuo occultamento di prove e di “giochi di potere” a tutela degli assassini della ragazza.
Da quel momento, la suora argentina ha organizzato 82 marce silenziose con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di avere chiarimenti sulla vicenda. Una lotta che le ha fatto guadagnare il titolo di “suora femminista”. «Nella cultura latino-americana c’è una visione machista. L’unico modo di pensare è quello dell’uomo, non si tiene conto di ciò che pensa la donna. E questo accade in tutto: nella politica, negli affetti e nella sessualità» ha sostenuto durante la conferenza per TED, il famoso evento annuale che vede la partecipazione di numerosi e importanti personaggi del mondo della cultura, tecnologia, economia, scienza, politica ed economia.
Una vita al servizio degli altri
Da quel momento non ha mai smesso di schierarsi dalla parte degli ultimi e dei più deboli. Nei suoi 79 anni, infatti, suor Martha ha collaborato con molte famiglie nella risoluzione di casi di furto e vendita di bambini. Nel 2008 ha costituito la Red Infancia Robada (Rete nazionale per l’infanzia rubata) che si dedica alla prevenzione, all’assistenza e alla lotta contro la tratta e lo sfruttamento sessuale di ragazze e ragazzi. Ha anche creato la Fundación Santa Teresa, un ente che aiuta ed educa i contadini locali, e la Casa de Derechos Humanos (Casa dei diritti umani) che fornisce assistenza ai più bisognosi. “Noi crediamo fortemente nella democrazia, ma crediamo anche che debba essere costruita nella coscienza della gente. Non può esserci una democrazia se non c’è la forza viva della comunità, della solidarietà. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare la società. Più le persone conoscono il traffico di droga, il commercio sessuale e il mercato di organi, più sono capaci di combatterli”, ha raccontato suor Martha.
I riconoscimenti
Nel 2016 a parlare di lei è stato anche Papa Francesco. “In Argentina, ricordo una suora”, ha esordito. “Una brava donna che lavora ancora, ha quasi la mia età, e combatte i trafficanti di giovani, di persone. All’epoca della dittatura militare volevano mandarla in carcere e le autorità facevano pressione sull’arcivescovo. Ma lei ha continuato a combattere e ha salvato tante ragazze”. Già nel 2005 aveva ricevuto un riconoscimento internazionale per il lavoro che sta svolgendo. È stata nominata, infatti, come candidata al Premio Nobel per la pace. Nel 2013, invece, è stata insignita del premio internazionale “Navarra” conferito a organizzazioni o persone attive nel campo della cooperazione internazionale. La giuria che l’ha premiata ha evidenziato il suo prezioso lavoro di denuncia. Uno sforzo che spesso ha contribuito alla risoluzione di casi e alla modifica di leggi che non rispettavano la dignità umana. Ad oggi, però, la suora femminista non si ferma e continua a combattere anche sui social. Sulla sua pagina Facebook, infatti, la settantanovenne argentina ha continuato a postare annunci di persone scomparse e messaggi di conforto a tutte le famiglie in cerca di un proprio caro scomparso.
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