Dopo l’incendio alla “Casa di riposo per Coniugi”, RSA di Milano, avvenuto nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio, si sono susseguite numerose riflessioni. Ne abbiamo parlato con il Professor Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e della Fondazione Leonardo.
Si è parlato del volto crudele delle RSA, delle “prigioni” in cui gli anziani che non riescono a mantenere contatti con i propri familiari, della scelta egoista delle famiglie che optano per questa soluzione. Un argomento che accende il dibattito da anni, che ha conosciuto il suo periodo più buio durante la pandemia e ora si riapre sulla vicenda di Milano. Ma le RSA non sono solo questo, come fa notare il Professor Marco Trabucchi. “Condivido lo sgomento che si sta diffondendo tra gli operatori delle Rsa in tutta Italia. Chi lavora con serietà e attenzione non deve sentirsi responsabile ma trarre da questa tragedia l’impegno per un continuo miglioramento nelle modalità di cura e assistenza degli anziani fragili ricoverati in una struttura. Qui migliaia di italiani hanno trovato chi lenisce con dedizione la loro sofferenza”.
Marco Trabucchi sulle RSA: “Ospiti trattati in maniera seria”
Sulla vicenda di Milano, il Professore aggiunge una riflessione sul legame che si instaura tra ospiti e operatori, con un punto sulla serietà di quest’ultimi. “L’incendio di Milano potrebbe suscitare sensi di colpa e angosce nelle famiglie in tutta Italia. Ma conoscendo molto bene questo ambiente mi sento di assicurare che oggi la grandissima maggioranza degli ospiti delle Rsa viene tratta in maniera seria, rispettosa e competente, non ci sono negligenze né atteggiamenti superficiali. Sono testimone del fatto che gli operatori, specie gli oss, vivono in simbiosi con gli ospiti, ci sentono legatissimi, sviluppano rapporti di affetto. Consumano la loro vita per rendere migliore quella degli anziani”.
Assistenza domiciliare ancora insufficiente, servono più fondi
“Dopo le vicende del covid e quella di Milano ripartiranno le critiche, più o meno immotivate. Ma posso dire che in particolare nelle regioni del nord la qualità dell’assistenza è molto elevata. In tutto il mondo esistono grandi strutture come quella milanese perché oltre una certa soglia diventa ingestibile per una famiglia la situazione clinica e assistenziale del proprio caro. L’assistenza domiciliare è ancora insufficiente per le esigenze di una persona spesso bisognosa di tutto: ci auguriamo che si sviluppi, specie con i fondi del PNR che ha previsto 2,7 miliardi di euro, ma non si può prescindere dalle RSA, le sole che possono garantire una cura dell’anziano a tutto campo. Semmai alcune strutture più grandi devono organizzarsi in modo più efficiente, per nuclei di ospiti con servizi condivisi, e con una presenza più continuativa di medici e infermieri. Anche per questo occorrono fondi adeguati”.
Marco Trabucchi sulle RSA: l’importanza degli operatori
In una società che invecchia sempre più occorre insistere sul sistema dei controlli, che funziona anche come incentivo e riconoscimento per le strutture con gli standard più elevati, mentre scoraggia qualunque scorciatoia. Conosco molte cooperative che gestiscono le strutture e ho osservato come sono cresciute nella formazione permanente dei loro operatori, nell’organizzazione, nella qualità dei servizi. Il sistema può migliorare rendendo sempre più diffusa la formazione e la trasmissione delle capacità tecniche. Oggi mancano molti infermieri, di conseguenza andrà progressivamente accresciuta la qualità degli oss. La ricchezza delle RSA sono i loro operatori, la loro adeguatezza ai compiti, la loro umanità. E i soldi per la formazione sono sempre i meglio spesi”.
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