C’è una località dove poter godere della natura e del tempo clemente tutto l’anno: in estate per una vacanza di mare, in inverno per la pratica del golf. Si tratta di Marbella, località turistica spagnola situata sulla Costa del Sol in Andalusia. Una località che con i suoi circa 150.000 abitanti è diventata nel tempo un melting pot dove anziani di varie parti del mondo si sono stabiliti o dove spendono diversi mesi dell’anno. Il flusso ormai consolidato di ospiti presso strutture ricettive, e più spesso in seconde case di proprietà, ha negli anni assunto un peso importante per l’economia e per l’equilibrio socio-culturale di Marbella.
Il fenomeno di questa pacifica “grey immigration” (un’immigrazione dai capelli grigi) è interessante per almeno due aspetti: il multiculturalismo e i vantaggi che porta alla località e ai suoi abitanti. Per approfondire il tema, abbiamo contattato l’università della terza età locale, The University of the Third Age U3A che da anni è attiva a Marbella e che ci ha raccontato il rapporto tra i suoi associati, anziani stranieri, e i marbelleri.
Il multiculturalismo
Sebbene la lingua franca sia l’inglese, ancor più dello spagnolo, sono molte le nazionalità rappresentate dagli ospiti anziani. La maggioranza è costituita da europei, rappresentati da inglesi e irlandesi (i più numerosi), tedeschi, scandinavi, francesi, italiani (una piccola minoranza) e spagnoli da altre città spagnole, in particolare da Madrid e dalle città del Nord. A questi, si affiancano persone provenienti dalla Russia, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, il Sud America, il Canada, gli Stati Uniti, ma anche dal Maghreb e dall’Arabia Saudita, così come dal Medio Oriente e in minor quantità dall’Asia.
La fascia anziani che frequenta Marbella è per lo più composta da persone alto spendenti e fidelizzate, con seconde case di proprietà, con una cultura medio alta, abituate a viaggiare, che parlano una o più lingue straniere, in pensione e che hanno svolto in passato incarichi di responsabilità e professioni di tipo dirigenziale. A Marbella portano un ricco bagaglio di esperienze e influenze culturali.
Il rapporto tra visitatori e autoctoni è positivo soprattutto per i giovani, che beneficiano di maggiori possibilità di lavoro offerte da questo tipo di immigrazione – ad esempio presso gli ospedali, le compagnie di assicurazione sanitaria private, i ristoranti, i bar e gli alberghi della zona. Hanno anche l’occasione di imparare lingue diverse (soprattutto l’inglese), di allargare la loro conoscenza sull’Europa e sul mondo e di pensare al proprio futuro anche fuori dall’Andalusia.
I benefici della convivenza tra marbelleri e visitatori anziani
I benefici che Marbella sa garantire ai suoi visitatori anziani sono svariati: il clima clemente permette attività anche all’aria aperta in tutte e quattro le stagioni e l’ottimo sistema di collegamento aereo da varie parti del mondo con voli anche low-cost rende la località raggiungibile tutto l’anno. In loco, le distanze fra le città sulla costa andalusa sono gestibili e permettono facili spostamenti anche ai meno “allenati”, così come un rapido accesso a tutti i servizi e luoghi di ritrovo. Il sistema di assistenza sanitaria è efficiente e dispone di ospedali pubblici e privati di primo livello: con la tessera sanitaria UE si ha pieno diritto a tutti i trattamenti medici e chirurgici necessari. I prezzi al metro quadro delle abitazioni sono inoltre ancora molto ragionevoli per gli stranieri i quali vedono l’acquisto di una seconda casa a Marbella come un investimento.
Il turismo “grey” porta vantaggi anche agli abitanti spagnoli di Marbella. La località è passata da una regione dedicata quasi esclusivamente alla pesca e alla produzione di arance, limoni e olive, a destinazione turistica per tutto l’anno, con picchi di massima affluenza nella stagione estiva. L’economia locale ha beneficiato enormemente di questa riconversione, registrando negli anni stipendi medi più alti, maggiori possibilità di impiego per i giovani, la crescita di un indotto legato ai servizi, all’artigianato e all’immobiliare.
Tutto positivo allora? Non proprio.
Una criticità sta nel progressivo aumento dei prezzi degli immobili. Se, come visto, il prezzo al metro quadro non sembra scoraggiare gli stranieri per via della loro disponibilità economica, chi invece ha difficoltà a trovare casa a prezzi accessibili sono i giovani di Marbella. Il loro stipendio medio è più basso della media europea e questo costituisce un ostacolo all’indipendenza e alla creazione di un nuovo nucleo familiare. Un secondo aspetto critico è la separazione tra residenti o vacanzieri stranieri e gli abitanti di Marbella e suoi dintorni. Questo è vero in particolare per gli anziani spagnoli i quali non hanno dimestichezza con altre lingue oltre lo spagnolo: la loro generazione non ha infatti avuto la necessità di aprirsi ad una prospettiva internazionale. Se infatti i giovani marbelleri sono aperti alla positiva contaminazione culturale e linguistica, gli anziani del posto tendono a spendere il proprio tempo con famigliari e amici, a frequentare i circoli per il gioco delle carte e a fare gite organizzate per loro dal Comune. La barriera linguistica rafforza questa separazione.
Ringraziamenti
Si ringrazia l’U3A International – The University of the Third Age per le informazioni fornite, in particolar modo la dott.ssa Susan Widdicombe. Sito U3A https://u3a.international/
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