Buone e cattive notizie: l’inquinamento atmosferico nelle città italiane migliora, ma non abbastanza. Limiti di polveri sottili superati in 18 città su 98 monitorate. “A rischio la salute della popolazione”.
Aria pulita in città? “Un miraggio”. Così Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Sintetizza i risultati del rapporto “Mal’Aria di città”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign e appena reso pubblico. Legambiente ha analizzato i dati nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). Nel 2023, 18 città su 98 monitorate hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Erano state 29 le città fuorilegge nel 2022 e 31 nel 2021. Maglia nera per Frosinone, con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63). Male anche Mantova, Padova e Venezia, con 62 giorni di sforamento.
Una situazione che, avverte Legambiente, mette a rischio la salute dei cittadini. Eppure, conoscenze e strumenti non mancano: “Continuiamo a registrare forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali – afferma Zampetti -. Serve un cambiamento radicale, capace di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog: riscaldamento degli edifici, industria, agricoltura e, naturalmente, mobilità”. Riguardo quest’ultima “le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti – osserva ancora Zampetti – come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee, che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”.
Come evidenzia Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente: “Ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%. Per quanto riguarda il PM2.5, il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”. In Italia – ricorda Legambiente – ci sono 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del PM2.5. Per questo, è cruciale che il governo italiano non ostacoli ulteriormente questo percorso”.
Le quattro proposte
Ed ecco le indicazioni di Legambiente, per intraprendere questo percorso nella giusta direzione:
1. Muoversi in libertà e sicurezza per le città. Servono investimenti massicci e incentivi per il trasporto pubblico locale, mobilità elettrica condivisa anche nelle periferie, implementazione di ZTL, LEZ (Low emission zone) e ZEZ (Zero emission Zone). Occorre anche promuovere l’home working, ampliare reti ciclo-pedonali e ridisegnare lo spazio urbano, a misura di persona con limiti di velocità, rendendo al contempo la mobilità più pulita, più sicura e più inclusiva.
2. Riscaldarsi bene e meglio. Bisogna vietare progressivamente le caldaie e generatori di calore a biomassa nei territori più inquinati; negli altri invece supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero”, con sistemi di filtrazione integrati o esterni, o soluzioni ibride.
3. Occuparsi anche delle campagne. Occorre vigilare sul rispetto dei regolamenti per lo spandimento e interramento dei liquami. Servono anche investimenti agricoli verso pratiche che riducano le emissioni ammoniacali.
4. Monitorare, per tutelare la salute. È inoltre necessario aumentare il numero di centraline di monitoraggio, per garantire una copertura di tutte le principali aree urbane del Paese. Oggi sono disponibili sensori a basso costo che si possono affiancare alle centraline tradizionali.
La campagna “Città 2030”
Dall’8 febbraio al 6 marzo, Legambiente lancia la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”. L’iniziativa è realizzata nell’ambito della “Clean Cities Campaign”, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile. Farà tappa in 18 città italiane, per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Legambiente rilancia infine la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”, con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.
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