Le macchie cutanee, cosiddette senili, non sempre sono innocenti inestetismi. L’innovativa microscopia laser confocale a disposizione del dermatologo spegne ogni dubbio diagnostico
I medici le chiamano “discromie”. Sono le comunissime macchie cutanee che, dopo gli “anta”, chi più chi meno “indossiamo”. Rappresentano i segni di invecchiamento meno tollerati dell’apparato tegumentario, ancor meno delle rughe. Ma non sempre si tratta di semplici inestetismi con i quali convivere o tentare di liberarsene con opportuni trattamenti.
Tracciarne il confine con la patologia è compito del dermatologo, che oggi dispone di strumenti diagnostici all’avanguardia, ci spiega Giovanni Pellacani, professore ordinario di Dermatologia all’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché pioniere ed esperto della nuova e rivoluzionaria microscopia laser confocale, che permette di distinguere all’istante un nevo benigno da un melanoma.
«Le macchie pigmentate sono un gruppo eterogeneo di lesioni, sia benigne sia maligne, accomunate dall’aumento di melanina in un’area della pelle. Tra le varie tipologie, le più diffuse sono: il nevo (o neo) melanocitario e la lentigo. Nel primo, la macchia è data da un accumulo di cellule melanocitarie o melanociti; nella seconda, dall’accumulo di pigmento senza aumento del numero dei melanociti. La comparsa delle lentigo senili è legata soprattutto al danno solare. Si tratta di lesioni pigmentate piatte distribuite in prevalenza su volto, braccia, gambe e parte alta del tronco. Con l’età possono continuare a comparire per un po’ di tempo, anche quando non ci si espone più al sole; infine, tendono a diminuire, ma non cesseranno di spuntare del tutto. In alcuni casi – le forme neoplastiche sono generalmente solitarie -, una di esse può degenerare in una forma iniziale di melanoma o in un melanoma a lenta crescita».
Come si distingue una lesione benigna da una pericolosa?
Le macchie benigne sono solitamente piccole, al di sotto dei 5 mm, presentano forma frastagliata e colore omogeneo dal marrone scuro a quello chiaro (la tonalità dipende dalla quantità di melanina e dal fototipo del soggetto). Sono tutte simili tra loro e quando sono molto numerose possono confluire. Nel melanoma la macchia tumorale è più grande, supera i 5 mm, disomogenea, irregolare, presenta all’interno aree di colori diversi, dalla tonalità del marrone, che è il colore della melanina, al bluastro, grigiastro. Queste caratteristiche sospette rendono necessaria la visita dermatologica con dermatoscopia e l’eventuale biopsia. La dermatoscopia consente il riconoscimento di segni cellulari caratteristici non visibili ad occhio nudo. La biopsia consiste in un prelievo di piccoli campioni di pelle per l’analisi di laboratorio (citologica) per confermare od escludere lesioni di origine tumorale. Non tutte le macchie irregolari sono maligne, i falsi positivi sono di frequente riscontro nella pratica clinica.
La procedura bioptica è tuttavia invasiva per il paziente e comporta possibili complicanze cicatriziali. Quali sono i vantaggi della nuova microscopia laser confocale?
La rapidità, la precisione e la non invasività. Si tratta di una tecnica rivoluzionaria che consente di formulare la diagnosi in tempo reale. Il microscopio, agganciato alla pelle, permette di visualizzare, come in una sorta di biopsia virtuale, le anomalie citologiche che giustificano la presenza dei tessuti neoplastici. Per individuare la presenza del tumore, dunque, non è più necessario asportare un frammento di tessuto, sottoporlo a esame istologico e attendere giorni, riducendo così gli interventi chirurgici e le biopsie non indispensabili.
Alla scoperta di ogni nuovo nevo dobbiamo “correre” dal dermatologo?
Sì, meglio fugare subito ogni dubbio, anche in considerazione dei risvolti prognostici sfavorevoli di una tardiva identificazione di una lesione maligna.
Invecchiamento cutaneo
I ricercatori sostengono che nell’invecchiamento cutaneo e nella condizione di salute, la predisposizione genetica abbia un’incidenza del 20%, mentre il restante 80% è dovuto al cosiddetto “exposoma”. Il termine si riferisce al legame tra l’esposizione ed una serie di fattori esterni ambientali inquinanti nell’aria e raggi UV, e l’impatto che essi hanno sull’organismo.
Controlli periodici
Sottoporsi alla visita dermatologica per controllare periodicamente i propri nevi analizzandoli, se sospetti, con un esame microscopico confocale è una buona prassi preventiva. Specie se, in famiglia, si è già verificato un caso di melanoma, tumore cutaneo spesso aggressivo. In tale eventualità il successo terapeutico è più probabile quanto più precoce è la diagnosi.
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